libro verità sfida gaystapo e censura spagnola
Il titolo è lo stesso dirompente che già
in Italia ha ottenuto un successo straordinario, ma anche si è attirato l’ira
delle lobby Lgbt: “Ero gay”. Ma la traduzione spagnola è ancora più perentoria:
“Yo fui gay” e se si pensa che la Spagna è diventata in pochi anni terra sotto
controllo della gaycrazia, c’è da aspettarsi il massimo dell’attenzione da
parte delle lobby arcobaleno. E’ anche per questo che l’editore spagnolo del
libro autobiografico di Luca Di Tolve ha deciso di non presentarlo in
conferenze pubbliche o eventi ad hoc. Soltanto interviste con testate
giornalistiche sensibili alla causa della lotta all’omosessualismo e ai mali
che sta spargendo nella società con la cultura della genialità omoerotica come
fine esclusivo per una dittatura del desiderio che nulla a che fare con uno
sguardo umano sulle cose.
I pochi privati
contattati in questi gironi per ospitare conferenze o presentazioni hanno gentilmente declinato
l’offerta: troppo alto il rischio, troppe poche garanzie di sicurezza.
Basterebbe questo per far comprendere che cosa sia diventata in pochi anni la
Spagna dalla “cura” Zapatero in poi: una terra dove le libertà hanno smesso di
darsi appuntamento.
Lo sbarco del
libro di Luca di Tolve nelle librerie spagnole è previsto
per martedì. Prima di quella data l’ex attivista Arcigay italiano convertitosi
a Medjugorie e tornato ad una vita pienamente eterosessuale grazie alle teorie
riparative del metodo Nicolosi, farà soltanto interviste. E’ già un risultato,
è già una buona notizia perché in un futuro prossimo, molto prossimo, Di Tolve
rischia seriamente di non poter parlare di quella che non è nient’altro che la
sua esperienza personale di dolore, speranza, fede e conversione: la legge approntata da Podemos e
approdata il mese scorso in Parlamento sulla tutela dei diritti dei gay
minaccia davvero di diventare realtà. Complice l’astensione del Partido Popular, che sta lentamente lasciando campo libero alle forze di Sinistra
nell’imporre una legge liberticida che prevederà anche il ritiro dei libri
sgraditi secondo un meccanismo di censura che abbiamo conosciuto sotto altri
regimi, in altre epoche storiche. Ma che sta diventando realtà oggi in
Spagna.
«Inizialmente
il progetto di legge presentato da Podemos prevedeva il "rogo" dei libri giudicati
“omofobi” - spiega alla Nuova BQ Carmelo Lopez, redattore della casa editrice Libroslibres che ha
acquistato i diritti del libro di Di Tolve e si appresta a promuoverlo in
libreria -. Poi, dopo le proteste di molti si è deciso di modificare il testo e
di prevedere “soltanto” un ritiro
amministrativo operato da una commissione apposita nominata dal governo”.
La situazione è
questa e per la casa editrice, da 17 anni
impegnata nel campo della controinformazione cattolica, quello di Luca Di Tolve
è soltanto l’ultimo tassello di una strategia volta a far parlare i testimoni
di verità scomode su un argomento, quello della dittatura gay che è tabù. Fin
dal 2001 l’editore del grupo Libres Alex Rosal, che è anche editore del portale Religionenlibertad ha lottato contro
l’inquisizione spagnola della gaystapo, pubblicando le opere di Richard
Choen, ex omosessuale ebreo convertito al cattolicesimo e sulla stessa linea di
Nicolosi. Ma anche testi contro la dittatura del pensiero unico e di
spiritualità cristiana, fino all’ultima battaglia: la difesa nazionalista di
una Catalogna spagnola, essendo lui di Barcellona.
«E ora ci
lanciamo nell’avventura di pubblicare la storia di Luca di Tolve - prosegue Lopez - che abbiamo conosciuto in Italia nel corso di
alcuni incontri pubblici. Abbiamo capito che Luca era un testimone
meraviglioso, sincero e sereno perché dopo aver avuto una vita così difficile
ha una serenità impressionante”.
Paura delle lobby
gay? «No. Ma sappiamo che in questi
ultimi mesi in moltissime regioni spagnole sono uscite leggi locali che consideravano libri come questi omofobi. Si
tratta di leggi che proibiscono il dissenso nei confronti dell’omosessualismo e
che al momento sono considerate incostituzionali. Ma intanto si fa intimidazione attraverso i grandi mezzi
di comunicazione».
Lopez arriva
così a descrivere un’escalation che si avvicina sensibilmente alla persecuzione: «Dei vescovi minacciati e denunciati in
Italia avete scritto - insiste -, ma ad esempio
recentemente una psicologa è stata intimidita perché aiuta gli omosessuali a
tornare alla loro identità fisiologica. E’ stata oggetto di campagne di
denigrazioni molto pesanti».
Tutto questo
potrebbe essere quasi sopportabile se non
ci fosse in prospettiva la legge delle leggi, che dovrà regolamentare e
uniformare tutti i provvedimenti regionali spesso incostituzionali: la legge di
Podemos, chiamata dai giornali Ley LGBT procede rapidamente anche con la
sostanziale inerzia del Partido Popular, che ha però al suo interno una nutrita
schiera di sostenitori della causa Lgbt, come la governadora di Madrid Cristina Cifuentes.
«Il progetto di
legge prevede sanzioni amministrative comminate
da organismi governativi appositamente creati. Il testo parla di sequestrare
libri “omofobi”, quindi questo di Luca potrebbe essere giudicato degno di
sequestro. In più sono previste sanzioni economiche». Il problema in Spagna è
eminentemente politico: «Non esiste un partito che non abbia un atteggiamento
quanto meno di sudditanza nei confronti di questa dittatura - ha concluso Lopez
-. I pochi politici che si sono
avventurati personalmente a contestare la mancanza di libertà, lo hanno fatto a
proprio rischio e pericolo e si sono ritrovati il loro nome cancellato dalle
liste delle candidature di partito per le elezioni seguenti».
Insomma, con lo
sbarco in Spagna, il libro di Luca Di Tolve servirà come
importante termometro per conoscere il grado di deperimento della libertà di una delle principali democrazie
occidentali. Eppure non è nient’altro che una storia di un’esperienza personale
di fede che non bisogna fare altro che ascoltare, magari lasciandosi
interrogare, ma che è incontestabile sotto il profilo della realtà dei fatti.
Invece la realtà dei fatti sta finendo al rogo in Spagna. E per la casa
editrice che pubblica questa realtà in più c’è l’onere di scendere in campo e
sfidare contemporaneamente il potere mediatico e quello politico. Nel nome
della verità.
ANDREA ZAMBRANO
LA NUOVA BUSSOLA
10 /X/17
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