Strano, mi veniva da scrivere “lo hanno ucciso”.
La rivista Tempi mi aveva pubblicato qualche articolo;
poi, non so perché, non mi avevano più cercato. Avevo “fatto” anche una
copertina: un mio “Te Deum” per Capodanno. Ero stato abbonato, ovviamente.
Nell’ultimo periodo non più: mi mancava il tempo di leggere. Un po’ di rimorso
forse ce l’ho.
E certo, è una mazzata. Non è che non l’avessi vista
arrivare. Non è più il momento per le riviste; non è più il momento dei
cattolici , specie quelli di un certo tipo. Non è più il momento di coloro che
indicano il vero, di quelli davvero fuori dagli schemi e dal coro: quelli che
dicono di esserlo hanno gli altoparlanti, la pubblicità gratuita e cantano
tutti la medesima canzone.
Se il coro non lo fai, allora sono guai, cantava
Bennato qualche anno fa. Minimo ti becchi denuncia per fake news, cioè per
avere contraddetto il canto dominante. Chissà, forse veramente ci toccherà
andare nelle catacombe, nascondendoci mentre fuori imperversano gli uomini con
le picche. O forse sarà la ghigliottina, o il suo equivalente contemporaneo per
chi non vuole fare sacrifici all’imperatore.
Oh, questo momento finirà. Tutti sappiamo che l’imperatore a lungo andare muore, le menzogne cessano di ingannare, e sulle rovine devastate ciò che è vero rispunta. Non so se riuscirò a vederlo.
Può anche darsi che il padrone di casa decida che è ora di chiudere il locale, rovesciare le sedie sui tavoli e spegnere le luci.
Oh, questo momento finirà. Tutti sappiamo che l’imperatore a lungo andare muore, le menzogne cessano di ingannare, e sulle rovine devastate ciò che è vero rispunta. Non so se riuscirò a vederlo.
Può anche darsi che il padrone di casa decida che è ora di chiudere il locale, rovesciare le sedie sui tavoli e spegnere le luci.
Ma non sarà per domani, non ancora. Non è ancora il
momento, non sono ancora i Tempi.
24 NOVEMBRE
BERLICCHE
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