Canada vieta l'iscrizione per “discriminazioni
di persone LGBT”
Una sentenza della Corte suprema canadese vieta l'iscrizione alle scuole di
sviluppo professionale agli studenti provenienti da università cattoliche, ecco
di cosa si tratta
Hai studiato in una scuola o in una
università cattolica? Be', ci dispiace ma non la ammettiamo agli studi di
specializzazione e agli istituti di formazione lavoro. E' quello che ha stabilito la Corte superiore canadese, un paese sempre
più votato all'ateismo di stato come ai vecchi tempi della Russia sovietica,
che ha detto che le cosiddette "law societies", istituti di
specializzazione successivi alla laurea che permettono la formazione
professionale, possono rifiutarsi di accettare studenti provenienti da
università o scuole religiose perché gli istituti religiosi, dicono,
discriminano gli studenti LGBT. Altro esempio: siccome per statuto di
iscrizione gli studenti della Trinity Western University, una università
cattolica, devono astenersi per regola dai rapporti sessuali prima del
matrimonio, la Corte suprema ritiene questa regola discriminatoria.
CANADA SEMPRE PIÙ PRO-LGBT
La Trinity Western ha ottenuto nel 2012
dal ministero dell'istruzione e dalla Federazione delle Law Societies
l'autorizzazione ad aprire la propria "law school", ma la Federazione
oggi ritiene che la visione sessuale dell'università sia discriminatoria e
contraria alla popolazione LGBT. L'Alta Corte dello stato della British
Columbia in realtà ha sentenziato che non si possono negare iscrizioni di
studenti in base al loro credo religioso, ma due associazioni hanno fatto
appello alla Corte Suprema che ha sentenziato che, volendo, le "law
school" possono rifiutare l'iscrizione a chi proviene dalla Trinity
Western. Nella sentenza si legge che questa decisione è il riconoscimento del
dovere dello stato. Secondo uno dei responsabili dell'università cattolica,
"La libertà di religione e di associazione non è essenziale solo per le
organizzazioni basate sulla fede, ma per il funzionamento della democrazia
stessa. Seguendo questa sentenza, quella libertà vitale è ora in
pericolo".
IL SUSSIDIARIO
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