+ Giampaolo Crepaldi
Cattedrale di San Giusto, 15 marzo 2020
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo
Cattedrale di San Giusto |
(...) in questi
giorni, vissuti tristemente nella paura e nello smarrimento a causa
dell’epidemia da coronavirus, la quotidianità di tutti risulta riprogrammata da
una serie di comportamenti che mai e poi mai avremmo pensato di dover far
nostri: niente strette di mano o un abbraccio, timorosi che l’altro – anche il
conoscente, anche il familiare – sia un potenziale nemico da cui difenderci
perché ci potrebbe infettare; niente messe, niente comunioni, niente
confessioni, un niente che ha scombinato i ritmi normali della nostra vita
cristiana, mortificando il quotidiano e familiare rapporto con Dio; perfino
niente funerali, a testimonianza che non solo il vivere, ma anche il morire –
ormai senza lacrime e spesso in un abbandono pieno di desolazione umana e
spirituale – ne risulta radicalmente e drammaticamente segnato.
Il coronavirus sta mettendo tutto in
discussione: le relazioni con il prossimo, le relazioni con Dio, la relazione
con il senso personale del vivere e del morire, ma anche il nostro convenire
nazionale e internazionale sul piano culturale, socioeconomico e politico.
Quando sarà passato niente sarà come prima, tante e tali saranno le sfide che
ci toccherà affrontare sul piano personale e comunitario. Penso sia bene
incominciare a prendere confidenza con l’idea di dover ricominciare da capo. Da
dove e come?
Domanda difficile e forse un poco presuntuosa. Ma è bene iniziare a
prefigurare qualche salutare risposta. Una su tutte. Decidere di fare come la
samaritana: buttar via l’acqua vecchia, cercando un’acqua nuova, cioè l’acqua
viva del Vangelo, quella dell’incontro con Gesù.
Senza di Lui ritorneremo ad
essere come prima, un albero senza radici, e alla prossima botta ci ritroveremo
più sperduti di adesso come un treno costretto ad andare avanti senza sapere
dove sta andando.
Decidere oggi di ripartire da Lui, di ripartire con Lui, di
ripartire in Lui, pronti a vivificare le nostre persone con la sua acqua viva
per poter ricostruire l’umano con nuove relazioni di fraternità, di amore e di
pace. Con l’aiuto materno della Madonna della Salute ce la faremo.
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