Qualche pensiero sull’immagine del vicepresidente degli
Stati Uniti Mike Pence che comincia la
riunione della task force sul coronavirus negli US dicendo una preghiera
insieme ai suoi collaboratori.
Scandalo soprattutto in Europa, molto meno negli US. Su
Twitter una fedele musulmana americana commenta che non capisce che cosa ci sia
di male. In fondo, sostiene, pur non condividendo la loro teologia, preferisco
vederli pregare piuttosto che il contrario. Non è che la versione moderna della scommessa di Pascal: se c’è un
dio, pregare per evitare l’epidemia è una buona idea, soprattutto per dei
responsabili politici; se non c’è un dio, non ci abbiamo perso niente, se non
un minuto dedicato alla meditazione sul senso del mondo.
L’improvement americano alla scommessa viene dall’agnostico William James, caposaldo del pensiero
americano, che difendeva l’importanza della religione: le persone religiose hanno spesso più risorse morali nei momenti
duri, se la religione è un’esperienza reale e non un sistema filosofico
ideologizzato.
James non ha mai spiegato le sue convinzioni private, ma si
limitava a dire che non possiamo escludere che dall’altra parte di questo
oceano di significati e connessioni tra significati ci sia un’altra riva da cui questi significati giungono. James dice
qualcosa in più di Pascal e, non a caso, è legato a filo doppio alla permanenza
della religione nella vita pubblica americana.
La credenza in Dio non
è solo una scommessa conveniente ma anche una possibilità della ragione umana,
attestata da infinite esperienze private, soprattutto di mistici, durante la
storia. In base a che cosa negare questa
possibilità? Su questo sottile argine alla James è costruito il legame tra religione e vita pubblica
americana, scandalo per noi europei. Ma è poi così sbagliato? L’esperienza
umana ha una dimensione inevitabilmente religiosa: l’uomo primitivo si
distingue proprio perché, insieme all’articolare i suoni e scalfire la pietra
(il linguaggio e il gesto artigiano), inizia a seppellire i morti (religione).
Da allora l’uomo non ha mai smesso di coltivare delle
religioni e quando ha voluto negarlo, come nella Rivoluzione Francese e nel
progetto dell’homo sovieticus, ha inventato nuovi culti religiosi, solo più
poveri e più violenti di quelli tradizionali. Persino Habermas, grande
teorizzatore della socialdemocrazia occidentale, ha riconosciuto qualche anno
fa che occorre ritrovare il posto della religione nel dibattito pubblico,
altrimenti faremo crescere fuori dallo spazio pubblico fanatismi pieni di odio.
Insomma, alla fine
questo vicepresidente americano non è poi tanto stupido a pregare prima di
lavorare. Forse, visto come per ora stanno andando le cose in Europa e negli
US, converrebbe anche a noi.
Giovanni Maddalena Articolo pubblicato su Zafferano.news
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