mercoledì 16 novembre 2016

QUANTO SOFFRE IL “CORRIERE” (E CON LUI TUTTI I NOSTRI RADICAL CHIC)!


Dopo aver sepolto tutti i possibili candidati ministeriali di Trump sotto un cumulo di “ISMI
e di fobie (Razzismo, sessismo, omofobia, islamofobia ecc., quel “basket of deplorables” che secondo l’Arcivescovo Chaput ha condotto la Clinton alla sconfitta), il corrispondente del Corriere da NY raggiunge il massimo della stigmatizzazione politically correct  infierendo sul neurochirurgo Ben Carson candidato alla carica di ministro dell’istruzione.


Questo cronista interplanetario scrive che Carson si è candidato (udite! Udite!) “con un programma dirompente: riscoprire e valorizzare le «radici cristiane» nella storia americana; ridimensionare lo spazio dedicato all’Islam nei manuali scolastici; rimettere in causa la teoria dell’evoluzione o il Big bang; ridurre o abolire i fondi pubblici alle scuole che «coltivano pregiudizi anti americani”.

Questi progressisti sembrano aver dimenticato come argomentare in modo puntuale, e sono invece diventati esperti di condanna, derisione e scherno, ma bisogna avere comprensione per le sofferenze di questa elite sconfitta dal popolo,  e che non si capacita come sia possibile che tutto il sistema di idee e di vita incarnato e predicato dalla bella gente dell’elite liberal americana possa essere rigettato dalle masse bifolche del midwest nell’urna.
E’ la reazione al dissenso tipica delle chattering classes, le classi pensanti e ciarliere, i cui “pensatori di punta” pensano che il suffragio universale comincia a rappresentare un serio pericolo per la civiltà occidentale
Una volta Bertolt Brecht, in uno dei suoi rari momenti di perlessità, disse ironicamente, a proposito dei dirigenti comunisti della Germania Est che reprimevano la sollevazione popolare nel 1953, che il Partito ha deciso di sfiduciare il popolo e di nominarne uno nuovo.
Per nostra fortuna l’America non assomiglia ancora alla Germania Est.



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