(De la musique avant
toute chose)
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Tira una brutta aria. Tempo di divisioni, il nostro, e non solo nella
società civile, ma - quel che è assai più grave - anche nella chiesa. Fratture
profonde, contrasti che si incattiviscono. Sbaglieremmo se pensassimo che quel
che serve è uno sforzo di buona volontà per comporre i dissidi, trovare un
compromesso e “andare d'accordo”. Non è questione di diplomazia ma di armonia, cioè di
“musica”.
CHICAGO SIMPHONY ORCHESTRA |
Lo dice chiaramente il nostro Origene: «Dobbiamo apprendere col
massimo impegno la scienza dell'armonia (consonantiae
disciplina), perché come in musica, se l'armonia delle corde sarà
stata aggiustata in modo da suonare insieme (consonanter
aptata) essa produrrà il dolce suono di un canto ben modulato; ma
se c'è una qualche dissonanza nella lira, essa emette un suono sgradevolissimo
e la dolcezza della melodia si corrompe: così, anche quelli che combattono per
Dio, se hanno tra di loro dissensi e discordie, saranno in tutto sgraditi
e nulla di loro piacerà a Dio, anche se portano a termine molte guerre, e
ammassano un grande bottino e gli offrono molti doni. [...] Dico anche qualcosa
di più: se non sarai diventato capace di eliminare qualsiasi dissenso rispetto
ai comandi di Dio e qualsiasi discrepanza dai precetti evangelici, tu non
potrai vincere il nemico e non potrai superare l'avversario». [Origene, Omelie sui Numeri,
26,2]
Nella chiesa, il problema non è la molteplicità di voci, né la
diversità dei ritmi, né l'ampiezza degli intervalli, né la varietà dei timbri.
Il problema è l'accordatura di tutti e di ciascuno all'unica nota fondamentale,
che è quella del Logos. Ciascuno dunque pensi alla propria, di intonazione:
ascolti la nota del “canto del Logos”, la senta vibrare dentro di sé, registri
se è in consonanza ... e solo allora canti.
Ripeto: il problema della chiesa è innanzitutto “musicale” (nel
senso in cui i Padri intendono la musica). La cattiva musica che si fa tanto
spesso nelle chiese durante la liturgia è soltanto l'epifenomeno di una sordità
ben più profonda, di una mancanza di “armonia ecclesiale” che fa sentire i suoi
effetti in tutta la vita della chiesa.
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