lunedì 11 novembre 2019

OGGI LA LOTTA CONTRO IL CATTOLICESIMO AVVIENE SOTTO IL SEGNO DELL’UMANITARISMO.



Con un commento di AUGUSTO DEL NOCE.

All’inizio del secolo scorso un autore cattolico inglese, Robert Benson, nel suo romanzo Il padrone del mondo aveva previsto il venir meno della fede cristiana non a causa di una cruenta persecuzione pubblica ma attraverso l’umanitarismo. Per usare le parole di Benson, la carità sarebbe stata sostituita dalla filantropia e la fede sarebbe stata spodestata dalla cultura. "Gli pareva tutto un mondo da cui Dio stesso aveva voluto ritirarsi, dopo averlo lasciato nella più completa soddisfazione di sé, privo di fede e di speranza".
Questa era la percezione che il prete Percy Franklin, protagonista del romanzo, aveva del suo mondo (1907).

Robert Hugh Benson
(1871-1914) è una figura straordinaria. Cattolico convertito dall'anglicanesimo, era il quarto figlio dell'arcivescovo anglicano di Canterbury. Animato da un sincero zelo per Dio cercò nella comunione anglicana una vita religiosa che potesse appagare il suo desiderio di compiere la volontà di Dio. Entrò nella Comunità della Risurrezione e fu ordinato sacerdote anglicano nel 1901. Ma continuando nei suoi studi era insoddisfatto della posizione dottrinale della comunione anglicana e maturò la decisione di abbracciare la fede cattolica. Fu ordinato sacerdote cattolico nel 1904. Nel 1907 scrisse il romanzo Lord of the World (Il Padrone del Mondo). E' un libro incredibilmente attuale perchè descrive il mondo di oggi, con le sue realtà e le sue inquietanti ipotesi. Leggere oggi Il Padrone del Mondo fa venire i brividi.

 Augusto Del Noce all'apparire della prima edizione in lingua italiana della Jaca Book (oggi ha raggiunto la sedicesima)  scrisse un articolo sul settimanale “IL SABATO” (1988) sostenendo che  il libro mostra una capacità di previsione che rasenta la profezia :

"Dire che per i cattolici la cosa che più è da temere è "la forza immensa che sa esercitare l’umanitarismo" con la sostituzione della filantropia alla carità e della soddisfazione alla speranza, e condurre l’intero libro sul fondamento di quest’idea, appariva allora una sorta di paradosso di scarso successo.

Eppure oggi che il marxismo è in un declino irreversibile, e che la rivoluzione sessuale e la combinazione marx-freudiana segnano il passo, la lotta contro il cattolicesimo avviene proprio sotto il segno dell’umanitarismo.

Che cosa si chiede ai cattolici, oggi, da qualsiasi parte, se non la riduzione del cristianesimo ad una morale, in se separata da ogni metafisica e da ogni teologia, capace nella sua autonomia e nella sua  autosufficienza di raggiungere l’universalità e fondare una società giusta? Anzi questa morale sarebbe pure capace di "porre fine alla secolare divisione tra Occidente e Oriente". Questa morale universale è tollerante: ammette che qualcuno, il cattolico appunto, possa aggiungere una speranza oltremondana, specificamente religiosa in senso trascendente; e se se ne sente vitalizzato nell’esplicare la sua azione pratica, umana, bene: essere cattolici per gli umanitari è questo.

Ma gli viene posta una condizione, quella di riconoscere che la sua fede e la sua speranza sono appunto un’"aggiunta"; etica e politica prescindono da ogni professione religiosa; l’essere consapevoli significa lavorare per l’unione degli uomini di buona volontà; la fede, insomma, rischia di dividere, mentre l’amore, associato a una scienza valida per tutti, unisce. Tale communis opinio, ricordata come tesi massonica essenziale anche in questo libro e che fu già luogo comune dei professori di filosofia morale del tardo Ottocento, ritorna oggi. Ancora una volta viene riaffermata la celebre distinzione tra cattolici integristi e progressisti.

Già su di essa si erano fondati i cattocomunisti di dieci anni fa, per proporre una sorta di ghettizzazione degli integristi sotto forma di "esclusione dal secolo", con la giustificazione ipocrita che "si sono autoesclusi rifiutando il dialogo"; in conclusione, le condizioni sono già state dette: e permane in una delle parti dialoganti la persuasione che i primi anni del terzo millennio debbano vedere la fine del cattolicesimo nella forma di eutanasia.”




Nessun commento:

Posta un commento