«Ogni Papa è
“giusto” per il suo tempo, la Provvidenza ci vede benissimo»
Il Prefetto della
Congregazione per il Culto Divino allontana le ombre che lo vogliono come
grande oppositore a Francesco. “Chi è contro il Papa, è contro la Chiesa”. E
chiarisce la sua posizione sui cambiamenti della dottrina e l’istituzione dei
sacerdoti sposati
Il cardinale Robert Sarah, 74
anni, africano della Guinea, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino,
si smarca ancora una volta dall’etichetta di “anti” Francesco, e in una
intervista al Correre della Sera (7
ottobre), offre una riflessione su una serie di temi
delicati.
Il cardinale, che ha appena pubblicato in
Italia il libro “Si fa sera e il giorno ormai volge al declino“,
chiarisce subito il suo pensiero sull’attuale pontefice.
“Il Diavolo divide”
«La verità è che coloro che mi oppongono
al Santo Padre non possono presentare una sola mia parola, una sola mia frase o
una sola mia attitudine a sostegno delle loro affermazioni assurde, direi
diaboliche. Il Diavolo divide, oppone la gente, l’una contro le altre. La
verità è che la Chiesa è rappresentata sulla terra dal Vicario di Cristo, cioè
il Papa. E chi è contro il Papa è ipso facto fuori dalla Chiesa. Capisco che la
società umana – e il mondo intellettuale in particolare – abbia bisogno di
contrapposizioni per definire le posizioni in campo, quasi che non avesse altri
termini di comprensione se non l’alternativa tra un “noi” e un “loro”. Cosa
che mi pare un errore grossolano, per non dire diabolico».
Ma, la storia della Chiesa, prosegue
Sarah, «con buona pace del demonio che vuole dividerla, è una storia lunga, di
difficoltà certo, di divisioni anche, ma sempre tesa alla ricerca dell’unità in
Cristo, pur nel rispetto delle differenze: è una storia che si basa sulla fede
in un Dio che si è fatto uomo per condividere con ciascuno il cammino della
vita e il peso delle sofferenze. Le altre sono speculazioni assurde».
“Ogni Papa è “giusto” per il suo tempo”
Poi aggiunge: «Ogni Papa è “giusto” per il
suo tempo, la provvidenza ci vede benissimo, sa? La domanda è: quello che lei e
io abbiamo ricevuto dai nostri padri è ancora valido per i nostri figli? E se
sì, come fare perché essi se ne riapproprino nella loro esperienza? È la verità
di queste evidenze che siamo chiamati a riscoprire, sia con le impareggiabili
analisi di pensiero di Benedetto sia con la grande e solare
operosità di Francesco. Nella ovvia differenza delle sensibilità, c’è
una grande sintonia e una grande continuità tra loro, come tutti hanno potuto
vedere in questi anni. Bisogna sempre interpretare le parole di Papa
Francesco con l’ermeneutica della continuità. Così come vi era tra Giovanni
Paolo II e Paolo VI. La storia della Chiesa è
bellissima e ridurla al macchiettismo politico tipico dei talk show televisivi
è una operazione di marketing, non una via di ricerca della verità».
“Apostasia silenziosa”
La riflessione del cardinale continua
sulla crisi della Chiesa. E precisa: «Viviamo una crisi spirituale fortissima.
Siamo di fronte a una apostasia silenziosa. Essa riguarda il mondo intero, ma
ha la sua origine principalmente in Europa. E nasce dal rifiuto di Dio, rifiuto
che è ormai incistato nella coscienza occidentale. Perché oggi è l’uomo che si
è sostituito a Dio. Si rifiuta il Padre e si rifiuta Dio, perché non si ammette
di poter dipendere da qualcuno. Ognuno vuole auto-determinarsi, nella
vita, nella morte, nella sessualità, fino a modificare la natura sulla base
delle proprie idee. È qualcosa di mai accaduto e di perverso».
Questa, sottolinea Sarah, «non è il
desiderio dell’uomo di fare sempre nuove scoperte, di progredire, di utilizzare
in profondità e per il bene tutte le facoltà cognitive e intellettive che egli
ha ricevuto in dono. Qui siamo molto oltre anche il superomismo di Nietzsche».
La dottrina che cambia
La risposta a questa crisi, secondo il
Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, non è cambiare la dottrina,
né che la comprensione del Vangelo possa evolvere nel tempo. «Se per
comprensione intendiamo una interpretazione che cambia continuamente per
adeguarsi ai tempi le rispondo: no. Il Vangelo è quello, e così la
parola di Dio. Essi valgono sempre e per sempre, perché trascendono la
storia e la vita terrena degli uomini.
“Gesù nella sua
Parola”
«La dottrina – chiarisce – non è un
insieme di precetti moralistici, ma l’insieme degli insegnamenti che ci vengono
dalle Scritture, dalla Parola di Dio e dalla Tradizione. Chi non lo capisce,
forse, deve riscoprire cosa significhi essere cristiani e appartenere alla
Chiesa, oggi. Il punto è che l’uomo non tollera di sentirsi dire cosa è giusto
e cosa non lo è, perché come dicevo prima vuole determinarlo da se stesso,
annichilendo la sua storia e la portata della sua identità. Ma la dottrina
cattolica, in definitiva, è una persona! È Gesù nella sua Parola».
Gelsomino Del Guercio | Ott 08, 2019
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