Il presidente della Cei Cardinale Gualtiero Bassetti: la Chiesa dialoga con tutti. Certo, non può tacere quando le grida di
turno o i provvedimenti adottati contrastano con il Vangelo. Un invito a curare
la casa comune
foto Lapresse |
A Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio
«Ogni volta che leggo l’ammonimento del Signore a restituire all’imperatore
romano il dovuto – afferma il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della
Pieve – penso che quelle parole siano un richiamo a ogni credente a restituire
qualcosa alla città in cui vive. Sono un invito a curare la casa comune che è
appunto la città, la provincia, la regione, il Paese intero. Sono una chiamata
al cristiano a occuparsi della vita pubblica, a partire dalla politica: non
soltanto con il voto, che è un diritto e un dovere al tempo stesso, ma anche con la dedizione personale, spendendosi
senza riserve per il bene comune».
L’analisi di Pagnoncelli (pubblicata da Avvenire che dimostra come più della
metà dei cattolici praticanti si orienta verso l’astensione), invece, mostra la
distanza che c’è fra tanti cattolici e la politica. «Si avverte una sorta di
divario fra le istituzioni e il cittadino – ammette il presidente della Cei –.
Come cristiani abbiamo tirato i remi in barca, mi viene da dire. Ci
interessiamo al sociale, magari interveniamo nel dibattito pubblico, ma non
riusciamo a far sentire la nostra voce, a far entrare istanze e visioni nelle
decisioni politiche. E questo produce una disaffezione e un’indifferenza che
non possono non preoccupare».
La Chiesa italiana dialoga con tutti
Dalle finestre del palazzo arcivescovile di Perugia si vede la fontana di
piazza IV novembre. È il simbolo del capoluogo dell’Umbria, regione che le
ultime elezioni locali hanno consegnato al centrodestra dopo il “monopolio”
della sinistra e del centrosinistra. «Non
sosteniamo alcuna maggioranza e non siamo all’opposizione di alcuna alleanza di
governo – chiarisce il cardinale –. Come Chiesa accogliamo con fiducia
iniziative o decisioni che vanno incontro alle esigenze della comunità, come
siamo voce critica davanti a scelte o progetti che minano la persona e la
società. Cito, ad esempio, le prese di posizioni contro ogni forma di eutanasia: qualsiasi proposta legislativa che
apra al suicidio assistito creerebbe un’autentica voragine perché la vita non è
un possesso ma un dono che abbiamo ricevuto e dobbiamo condividere».
Questo vale anche per il migrante che si trova in condizioni disperate e affronta viaggi della speranza in
mare in cerca di un domani migliore e sicuro, ribadisce il cardinale. Quindi
aggiunge: «La Chiesa italiana dialoga con tutti. Non alza steccati o muri.
Certo, non può tacere quando le grida di turno o i provvedimenti adottati
contrastano con il Vangelo e con un’antropologia cristiana che è nell’interesse
di tutti e non solo di una parte. Ciò non ci esime dall’intervenire, altrimenti
peccheremmo di “omissione”». (…)
L'Italia ha bisogno dei cattolici
«Faccio mie – dice il presidente
della Cei – le parole di papa Francesco:
“È necessaria una nuova presenza di cattolici in politica. Una nuova
presenza che non implica solo nuovi volti nelle campagne elettorali, ma
principalmente nuovi metodi che permettano di forgiare alternative che
contemporaneamente siano critiche e costruttive”».
«L’Italia – prosegue il cardinale –
ha più che mai bisogno di laici cattolici che abbiano un’identità salda e
chiara, che sappiano dialogare con tutti, che non siano eterodiretti, che siano
in grado di costruire reti di impegno e che si assumano la responsabilità di
rispondere alle “attese della povera gente”, direbbe Giorgio La Pira». Il
sindaco “santo” di Firenze è figura cara a Bassetti. «La sua vita è stata tutta
tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e
di carità. E mi piace soffermarmi sul primo aspetto: la preghiera, imprescindibile e irrinunciabile, per il cristiano che si
dedica alla res publica.
È la fonte di ogni sua scelta o gesto. Quando La Pira diceva che la Madonna gli
chiedeva di salvare i posti di lavoro alla Pignone, non era un visionario o un
ingenuo. La sua profezia era frutto della frequentazione quotidiana con Dio. Ecco perché sostengo che una rinnovata
presenza dei cattolici nel panorama italiano debba partire dalla
contemplazione. È la fede che dona quella forza inesauribile e quel
coraggio mai domo per affrontare le sfide più audaci e, all’occhio umano,
talvolta impossibili».
La politica è una missione, non ricerca di tornaconto
Ma c’è da scendere dal monte, dal Tabor, e calarsi nei problemi. «La
politica è una missione, non una ricerca di tornaconto, non tentazione del
consenso facile – tiene a precisare il presidente della Cei –. Una tensione
verso i poveri, i precari, gli sfruttati, gli emarginati, i delusi, i fragili.
E oggi fra loro rientrano i giovani che non trovano lavoro e che in maniera
sempre più allarmante lasciano il nostro Paese; o le famiglie toccate dalla
crisi, dalle difficoltà anche intrinseche, dalla disoccupazione. Il pensiero va
oggi alla situazione che si è creata intorno all’ex Ilva di Taranto. Quei
lavoratori, quelle famiglie non possono essere abbandonate a se stesse. È
urgente riaffermare e garantire il diritto al lavoro che si coniughi con un degno
e salutare ambiente di vita».
Un cattolico impegnato in politica è chiamato a ricucire, è l’idea del presidente della Cei. «In un frangente segnato dalle
divisioni, dalle lacerazioni sociali e,
aggiungerei, anche ecclesiali – spiega il cardinale –, occorre essere
uomini e donne di comunione e di riconciliazione, intercettare le varie
sensibilità e i molti bisogni, fare sintesi intorno a quell’orizzonte condiviso
che è l’umanesimo cristiano. Inoltre serve dare forma e sostanza alle parole:
non ci si può fermare solamente all’annuncio». Bassetti indica il Vangelo che
ha sul tavolo. «La nostra società – conclude – ha un grande bisogno di persone
che non scendano a patti con la mondanità, con l’individualismo esasperato, con
l’arroganza diffusa e che abbiano come bussole la sobrietà e l’umiltà. Non si
tratta di guardare al passato ma di costruire un futuro realmente nuovo».
Giacomo Gambassi
sabato 9
novembre 2019 AVVENIRE
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