venerdì 27 aprile 2012
Comunione e Liberazione è intervenuta con un
comunicato stampa ufficiale per denunciare quello che viene definito "un
linciaggio mediatico". Il riferimento è alle notizie circolate sui massimi
organi di stampa nazionali secondo le quali il movimento fondato da don Luigi
Giussani sarebbe stato destinatario di tangenti da parte dell'amministratore
delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. Nel caso in questione, l'a.d. di
Finmeccanica sarebbe indagato per aver contribuito a versare una tangente di
dieci milioni di euro alla Lega Nord in una vendita al governo indiano di
elicotteri. Alla Lega è stata poi aggiunta Comunione e Liberazione come
possibile destinataria di parte della tangente. Riportiamo il testo del
comunicato stampa che Comunione e liberazione ha diffuso in merito a questa
vicenda.
Da alcuni
mesi il nome di Comunione e Liberazione è costantemente associato sui mass
media a vicende politico-giudiziarie di suoi appartenenti o di persone che
hanno rapporti con alcuni di essi, in una continua identificazione del
movimento nel suo insieme con le responsabilità di singoli e, viceversa, con
l’attribuzione di responsabilità individuali - nel bene e nel male, di
qualunque natura esse siano, essendo ancora da dimostrare se sono stati
commessi reati - a CL in quanto tale.
Finora le
nostre precisazioni al riguardo sembrano essere state inutili, comprese quelle
rese da don Carrón in una recente intervista: «Noi teniamo alla natura
dell’esperienza cristiana. E l’esperienza cristiana ha a che vedere con tutto.
A voler verificare se la fede serve ad affrontare tutte le sfide, si corrono
rischi. Nessuna istituzione, né la Chiesa né un partito, può evitare gli errori
dei singoli. E questi non possono essere attribuiti alla comunità. Sarebbe
ingiusto. Ciascuno è personalmente responsabile di quel che fa. Perciò
l’identificazione non è legittima, vale per Cl come per qualsiasi altra
istituzione. E noi dobbiamo sempre mantenere quella che don Giussani chiamava
“una irrevocabile distanza critica” e non vi rinunceremo mai. Siamo una
comunità cristiana e non un partito o una corrente» (Corriere della Sera,
16 gennaio 2012).
A dispetto
di queste parole di chiarimento, oggi leggiamo sui giornali l’incredibile
accusa di tangenti Finmeccanica a CL, quale emergerebbe dalle dichiarazioni di
un ex dirigente dell’azienda, che lo avrebbe appreso da fonti non meglio
precisate. CL non c’entra nulla, ma i titoli, i sottotitoli e gli articoli sono
pieni di riferimenti diretti al movimento, salvo precisare che «i pm verificano
le dichiarazioni». Intanto l’infamante accusa è stata lanciata. Quali saranno
le conseguenze sull’opinione pubblica?
Torna alla
mente un altro momento della vita di CL, il 1976: allora l’accusa - rivelatasi
dopo tre anni assolutamente infondata - di finanziamenti della CIA a Comunione
e Liberazione scatenò una campagna diffamatoria sui principali organi di
informazione, alimentando un clima di sospetto veramente allarmante, che giunse
fino al dileggio e all’ostilità negli ambienti di vita e di lavoro verso
persone colpevoli solo di portare il nome di “ciellini” e causò violenze nei
confronti di persone e sedi del movimento in tutta Italia.
A questo
punto ci domandiamo: come impedire il linciaggio mediatico? E come assicurare
il rispetto delle procedure e delle garanzie giuridiche?
Il peso di
menzogne contro un’esperienza che tanti - anche autorevolmente - riconoscono
come «una risorsa per il nostro Paese» sta assumendo il volto di un calvario
che sinceramente pensiamo di non meritare. In ogni caso, è stato dato mandato
ai legali di tutelare l’onorabilità di Comunione e Liberazione.
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