Sembra un miracolo che, dallo stesso schermo da cui si è demolito il senso
morale degli italiani, possa uscire una raffigurazione così commovente della
Madonna. Finalmente si taglia corto con le interpretazioni
soggettive-sociopolitiche. Maria si santifica facendo fino in fondo la volontà
di Dio.
Parliamo di Maria, la fiction televisiva che Rai Uno ha programmato
domenica e lunedì sera scorsi: la verità è che si è trattato di un’opera che resterà nella storia
della televisione italiana e che ha nobilitato i nostri schermi i cui pixel per
troppo tempo si sono dovuti conformare alla tv spazzatura. Sembra un miracolo
che dallo stesso schermo da cui si è demolito il senso morale degli italiani
possa uscire una raffigurazione così commovente della Madonna. Il personaggio
di Maria è disegnato con delicatezza e forza: fin da bambina dimostra
personalità. Geniale è stata l’idea delle storie parallele di Maria e della
Maddalena. La Maddalena sembra seguire i dettami - ben suggeriti dalla demoniaca
Erodiade, vera antagonista di Maria - della cultura dominante dei nostri
giorni. Sogna bei palazzi e bei vestiti, balla come una velina, fa la escort di
alto bordo e finisce nella disperazione. Un itinerario attualissimo.
Sarà l’incontro con Gesù che prima la salva dalla lapidazione (viene
identificata con la figura dell’adultera) e poi le concede la remissione dei
peccati davanti agli indignati farisei. Quest’ultima scena s’intreccia col
racconto della parabola del figliol prodigo che diventa figura della Maddalena
stessa. Si vede che gli sceneggiatori hanno meditato a lungo il Vangelo
riuscendo a inserire raccordi inaspettati, come quando Maria, che è sicura
della risurrezione di Gesù, placa gli animi degli apostoli sbandati dopo la
morte del Maestro, raccontando l’episodio del Bambino perduto e ritrovato nel
tempio dopo tre giorni, alludendo al felice incontro che sta per avverarsi.
Commovente la passione “in soggettiva” della Madonna che avverte su di sé le
frustate della flagellazione, pur trovandosi altrove, e poi sente le proprie
carni trafiggersi mentre assiste alla crocifissione.
Il messaggio è estremamente chiaro. Finalmente si taglia corto con le
interpretazioni soggettive-sociopolitiche. Maria si santifica facendo fino in
fondo la volontà di Dio: accetta volontariamente di diventare la serva del
Signore. E Gesù è l’agnello che prende su di sé i peccati del mondo: è Colui
che viene a fare la volontà del Padre e beve il calice della sofferenza fino
alla fine. Punto. Non ci poteva essere una migliore introduzione alla Settimana
Santa, e di questo dobbiamo ringraziare anche la Rai che ha voluto questo
programma, dimostrando che la deprecata Rai lottizzata è sempre meglio della tv
privata asservita al padrone di turno.
di Pippo Corigliano
Tratto da Tempi del 2 aprile 2012
Tratto da Tempi del 2 aprile 2012
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