Dalla lettera di Julian Carron a "Repubblica"
“Quando un membro soffre, tutto il corpo soffre con
lui, ci ha insegnato san Paolo. Noi, i membri di questo corpo che è Comunione e
Liberazione, soffriamo con coloro che sono alla ribalta dei media, memori della
nostra debolezza per non essere stati abbastanza testimoni nei loro confronti;
e questo ci rende più consapevoli del bisogno che abbiamo anche noi della
misericordia di Cristo.
Tuttavia, con la stessa lealtà con cui riconosciamo i nostri sbagli, dobbiamo
anche ammettere che non possiamo strappare via dalle fibre del nostro essere
l’incontro che abbiamo fatto e che ci ha plasmato per sempre. Tutto il male
nostro e dei nostri amici non riesce a cancellare la passione per Cristo che
l’incontro con il carisma di don Giussani ci ha inoculato. La febbre di vita
che lui ci ha comunicato è così grande che nessun limite riesce a eliminare e
ci consente di guardare tutto il nostro male senza legittimarlo o
giustificarlo.”
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