Luca Volontè
mercoledì 5
febbraio 2014
Voglio
essere chiaro, non sono più candidato a nulla, tantomeno alle prossime europee.
Ognuno di voi può controllare il voto del proprio rappresentante al parlamento
europeo, il voto e l'assenza al voto che in questo caso è pari al voto
favorevole. Chiunque sia stato, con proprie ragioni (tutte da scoprire) e per
la propria ignavia (ingiustificabile), favorevole al Rapporto Lunacek
("Tabella di marcia contro l'omofobia e la discriminazione legata
all'orientamento sessuale e all'identità di genere") non può ricevere un
voto da coloro che ritengono fondamentali i diritti umani e credono, in più,
che i valori cristiani siano fondamentali nella scelta elettorale. Simpatie
personali devono essere bandite, perché la frattura del Ppe, complici molti
parlamentari italiani, è stata determinante per l'approvazione di un rapporto
che introduce per la prima volta una chiara discriminazione verso le
persone eterosessuali, favorendo e privilegiando i gay, non certo gli
omosessuali.
Una vergogna
per la quale gli elettori, nei prossimi mesi, devono tener conto al momento del
voto.
Detto
questo, due sole osservazioni restano da fare.
1. Un passo
contraddittorio e suicida del parlamento europeo si è compiuto ieri.
Contradditorio perché questa materia è, come nel caso dell'educazione sessuale
(Rapporto Estrela) di competenza nazionale. Suicida perché, introdurre
privilegi a favore di una "sensazione" sessuale sindacalizzata da
talune lobbies non rappresentative, equivale ad imporre una discriminazione per
la generalità degli omosessuali e degli eterosessuali europei. Insomma, se si
voleva accrescere il consenso dei partiti popolari e nazionali, non si poteva
far di meglio, a detrimento delle famiglie politiche europee tradizionali.
2. Si è
creato un grave vulnus procedurale e politico. Procedurale perché le materie di
competenze degli Stati nemmeno dovrebbero essere discusse in aula, ma con
questo voto si è implicitamente consentita una interpretazione politica della
ammisibilità. Politico perché il suicidio del Ppe è sempre più palese! Ogni
voto dimostra l'incoerenza di un partito politico che, pur avendo un chiaro
programma e manifesto elettorale, non è capace di avere un minimo di unità su
di esso.
Conclusione,
finalmente la parole torna agli elettori: nel prossimo maggio ciascuno di noi
potrà scegliere chi e come votare. Il Rapporto Lunacek dice a ciascuno di noi
molto sui nostri eletti, dobbiamo tutti trarne le conseguenze e, valutando il
barbaro sistema italiano, scegliere liste e persone che ci possano
rappresentare.
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