Università cattoliche, non diluite la dottrina morale»
di Massimo Introvigne31-01-2014AA+A++
Il 30 gennaio Papa Francesco ha ricevuto in udienza il consiglio direttivo
dell'Università americana di Notre Dame, nell'Indiana. Chi ha familiarità con
il mondo cattolico americano sa che non si tratta di un'istituzione qualunque,
ma del cuore stesso dell'America cattolica. È considerata la più grande
università cattolica del mondo. Il campus, impressionante, consta di ben 136
edifici. I miei lettori più affezionati ricorderanno qualche mia intervista con
il grande filosofo e romanziere Ralph McInerny (1929-2010), il creatore del
personaggio di Padre Dowling, un prete detective che è un po' il don Matteo
americano, protagonista anche lui di una fortunata serie televisiva.
McInerny aveva dedicato la vita a Notre Dame, che è anche lo scenario di diversi suoi romanzi, ma non temeva di opporsi alla sua università quando gli sembrava troppo «moderata» e desiderosa di non avere grane su temi come l'aborto e le unioni omosessuali. Nel 2009 McInerny fu tra i protagonisti dell'opposizione di un gruppo di professori e studenti di Notre Dame alla concessione della laurea honoris causa al presidente Obama, proprio per le sue posizioni in materia di aborto e omosessualità.
McInerny aveva dedicato la vita a Notre Dame, che è anche lo scenario di diversi suoi romanzi, ma non temeva di opporsi alla sua università quando gli sembrava troppo «moderata» e desiderosa di non avere grane su temi come l'aborto e le unioni omosessuali. Nel 2009 McInerny fu tra i protagonisti dell'opposizione di un gruppo di professori e studenti di Notre Dame alla concessione della laurea honoris causa al presidente Obama, proprio per le sue posizioni in materia di aborto e omosessualità.
Queste polemiche sono continuate fino ad oggi e hanno raggiunto il culmine nello
scorso ottobre, quando l'università ha deciso - come tanti altri atenei
americani, fra cui alcuni cattolici - di celebrare ufficialmente anche lei il
National Coming Out Day, fissato per l'11 ottobre, cioè il giorno in cui nelle
scuole, nelle università e in altri luoghi pubblici persone la cui identità
sessuale non era nota ai loro amici e conoscenti si rivelano pubblicamente come
omosessuali, tra feste e applausi generali. La celebrazione annuale, inventata
da attivisti LGBT nel 1988, è oggi fortemente sponsorizzata
dall'amministrazione Obama, ma per la verità aveva già ricevuto riconoscimenti ufficiali
dalla precedente amministrazione Bush. Notre Dame aveva celebrato il National
Coming Out Day in maniera discreta e «non ufficiale» dal 2007, ma nel 2013 la
celebrazione è stata pubblica e pubblicizzata, con il patrocinio aperto delle
autorità accademiche, il che ha scatenato le critiche di media e organizzazioni
cattoliche, e anche di alcuni vescovi.
C'era dunque attesa negli Stati Uniti per il discorso che Papa Francesco avrebbe rivolto ai dirigenti
dell'antico e prestigioso ateneo. Il Papa non ha deluso le aspettative. Non ha
parlato d'altro, ma ha sottolineato con vigore l'obbligo per le università
cattoliche di insegnare con le parole e con i fatti la dottrina morale della
Chiesa, criticando chi cerca di «diluire» l'identità cattolica di queste
istituzioni.
L'apertura di un centro di Notre Dame a Roma è stata occasione per
puntualizzare il legame obbligatorio che un'università cattolica deve mantenere
con la Santa Sede. «Sono fiducioso - ha detto il Pontefice - che il nuovo
Centro contribuirà alla missione dell’Università, mettendo in contatto gli
studenti con l’unicità delle ricchezze storiche, culturali e spirituali della
Città Eterna, e aprendo le loro menti e i loro cuori alla mirabile continuità
tra la fede dei santi Pietro e Paolo, quella dei confessori e martiri di ogni
epoca, e la fede cattolica trasmessa loro nelle famiglie, nelle scuole e nelle
parrocchie».
Un'università cattolica, ha spiegato il Papa, deve formare gli studenti
«nell’armonia tra fede e ragione e nel perseguimento della verità e della
rettitudine». Oggi poi le università cattoliche non vivono isolate dal resto
del mondo educativo, ed esercitano la loro missione anche «aiutando e
rafforzando l’insegnamento cattolico nella scuola elementare e secondaria».
Per fare tutto questo in modo efficace, occorre che un'università cattolica sia
cattolica. Il carattere
cattolico e missionario, ha detto il Pontefice, «ha bisogno di rendersi
evidente nella vita delle persone e nel lavoro di ciascuna istituzione
ecclesiale». Le università cattoliche «per loro stessa natura, sono impegnate a
mostrare l’armonia tra fede e ragione e a mettere in evidenza la rilevanza del
messaggio cristiano per una vita umana vissuta in pienezza ed
autenticità».
Se però vogliono diffondere il messaggio cristiano autentico, oggi - ha affermato Papa Francesco
- «è essenziale una coraggiosa testimonianza delle università cattoliche nei
confronti dell’insegnamento morale della Chiesa e della difesa della libertà di
sostenere tali insegnamenti, in quanto proclamati con autorità dal magistero
dei Pastori, precisamente nelle e attraverso le istituzioni formative della
Chiesa». Il Papa auspica «che
l’Università Notre Dame continui ad offrire la sua indispensabile ed
inequivocabile testimonianza a questo aspetto della sua fondamentale identità
cattolica, specialmente di fronte ai tentativi, da qualsiasi parte essi
provengano, di diluirla. E questo è importante: l’identità propria, come è
stata voluta dall’inizio. Difenderla, conservarla, farla andare avanti!».
Sui media americani è già partita la caccia alle interpretazioni: chi cerca di «diluire» l'identità
cattolica di Notre Dame? Chi nega la sua «libertà», e la libertà della Chiesa
in genere, di diffondere il suo «insegnamento morale»? Molti hanno pensato
anzitutto a Obama, cui l'università ha fatto causa, insieme ad altre
istituzioni, non volendo pagare le spese per i suoi dipendenti che intendono
abortire, come invece impone la riforma sanitaria del presidente americano.
Altri hanno ricordato le polemiche in materia di National Coming Out Day, e il
discusso ruolo del Centro per le Relazioni di Genere di Notre Dame, il cui
mandato sarebbe quello di assistere gli studenti in difficoltà, compresi quelli
che si dichiarano omosessuali, in modo «coerente con la dottrina della Chiesa»,
ma il cui «piano pastorale», più che al «Catechismo» cattolico, sembra ispirato
al famoso «Love is Love», «l'amore è sempre amore (e va sempre bene)» del
presidente Obama.
Il Papa, denunciando «i tentativi, da qualunque parte provengano» di diluire la dottrina cattolica e
l'identità cristiana dell'università, ha certamente tenuto conto degli attacchi
sia esterni sia interni che minacciano la natura cattolica dell'ateneo. I suoi
rilievi non valgono solo per Notre Dame. In questi giorni mi trovo negli Stati
Uniti, e posso misurare lo stupore di certi media. Il Papa simpatico, quello
con l'immagine che campeggia sulla copertina di «Rolling Stone», nel dibattito
fra chi vuole «diluire» l'identità cattolica di Notre Dame - e della Chiesa
americana in genere - e chi vuole mantenerla, ha preso posizione. E forse non
la posizione che certa stampa si aspettava.
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