NON SI PUÒ PARLARE DI
DIALOGO IN SENSO STRETTO TRA RELIGIONI.
URGE UN DIALOGO TRA LE CULTURE CHE DA ESSE SCATURISCONO
URGE UN DIALOGO TRA LE CULTURE CHE DA ESSE SCATURISCONO
La Dichiarazione del
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, 22.04.2015, inizia con
questa frase: “Gli avvenimenti di questi ultimi tempi fanno sì che molti
ci chiedano: “C’è ancora spazio per dialogare con i musulmani?” La risposta è:
si, più che mai”. Assieme ad alcune affermazioni molto condivisibili sulla questione della educazione in famiglia e nella
scuola, su altri punti non aiuta a capire in cosa consiste il dialogo.Vale
allora la pena di riprendere la riflessione di Benedetto XVI tra dialogo tra le
religioni (impossibile) e tra le culture (necessario), proponendo questa
riflessione contenuta nell’introduzione ad un libro di Marcello Pera del 2008
Caro Senatore Pera,
Era per
me una lettura affascinante. Con una conoscenza stupenda delle fonti e con una
logica cogente Ella analizza l’essenza del liberalismo a partire dai suoi
fondamenti, mostrando che all’essenza del liberalismo appartiene il suo
radicamento nell’immagine cristiana di Dio: la sua relazione con Dio di cui
l’uomo è immagine e da cui abbiamo ricevuto il dono della libertà.
Con una logica
inconfutabile Ella fa vedere che il liberalismo perde la sua base e distrugge
se stesso se abbandona questo suo fondamento. Non meno impressionato sono stato
dalla Sua analisi della libertà e dall’analisi della multiculturalità in cui
Ella mostra la contraddittorietà interna di questo concetto e quindi la sua
impossibilità politica e culturale.
Di importanza
fondamentale è la Sua analisi di ciò che possono essere l’Europa e una
Costituzione europea in cui l’Europa non si trasformi in una realtà
cosmopolita, ma trovi, a partire dal suo fondamento cristiano-liberale, la sua
propria identità.
Particolarmente
significativa è per me anche la Sua analisi dei concetti di dialogo
interreligioso e interculturale.
Ella spiega con grande chiarezza che un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo.
Mentre su
quest’ultima un vero dialogo non è possibile senza mettere fra parentesi la
propria fede, occorre affrontare nel confronto pubblico le conseguenze
culturali delle decisioni religiose di fondo.
Qui il dialogo
e una mutua correzione e un arricchimento vicendevole sono possibili e
necessari. Del contributo circa il significato di tutto questo per la crisi
contemporanea dell’etica trovo importante ciò che Ella dice sulla parabola
dell’etica liberale.
Ella mostra che
il liberalismo, senza cessare di essere liberalismo ma, al contrario, per
essere fedele a se stesso, può collegarsi con una dottrina del bene, in
particolare quella cristiana che gli è congenere, offrendo così veramente un
contributo al superamento della crisi.
Con la sua
sobria razionalità, la sua ampia informazione filosofica e la forza della sua
argomentazione, il presente libro è, a mio parere, di fondamentale importanza
in quest’ora dell’Europa e del mondo.
Spero che trovi
larga accoglienza e aiuti a dare al dibattito politico, al di là dei problemi
urgenti, quella profondità senza la quale non possiamo superare la sfida del
nostro momento storico. Grato per la Sua opera Le auguro di cuore la
benedizione di Dio.
Benedetto XVI
23 novembre 2008
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