Attraversiamo un periodo storico in cui l’evidenza
del male, la sua opera innegabile ci balza addosso dalle notizie in ogni
momento dalla giornata.
Eppure sembra esserci l’incapacità assoluta di
chiamarlo con il suo nome.
La lingua si inceppa, se si tenta
di dire cos’è davvero.
Forse perché se si ammette che il male possa sul
serio esistere, allora bisogna anche dire che c’è un bene.
Forse perché è
proprio Lui, il nome di quel bene, che è vietato dire, è vietato considerare.
Atto di accusa contro noi stessi, che l’abbiamo voluto cancellare da questo
vacuo presente, da dove però non è mai andato via.
Come uno straniero. Come un
esule nella sua stessa patria. Come uno sconosciuto dal viso familiare.
Il male che non si vuole o non si riesce a
nominare ha già vinto nel cuore.
Non si può fermare ciò che si sceglie di
ignorare. Riusciremo a salvarci solo se oseremo affermare che esiste; se riusciremo
a dire quello che davvero è.
Solo se riconosceremo quello sconosciuto potremo essere perdonati.
Antonio\Berlicche
SAMIZDATONLINE
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