Ricapitoliamo.
Nel 1987 ci fu una mozione del Parlamento Europeo che diceva
chiaramente che la Turchia sarebbe rimasta fuori dall’Europa sinchè non avesse
ammesso il genocidio degli Armeni, che in seguito fu riconosciuto da Argentina,
Russia, Grecia, Libano, Belgio, Cipro, Svezia, Bulgaria, e nondimeno Italia, il
cui parlamento riconobbe il genocidio il 17 novembre 2000.
Il 9 novembre successivo Giovanni Paolo II dichiarò che il
genocidio fu “il prologo agli orrori che sarebbero seguiti”, e il principale
quotidiano turco, il Milliyet, scrisse che “il Papa è stato colpito da demenza
senile”, mentre altri giornali vicini ai Lupi Grigi, organizzazione
riconosciuta dal governo turco, lamentarono che Alì Agca non fosse riuscito nel
suo intento.
Poi la Francia predispose una legge che puniva il
negazionismo sul genocidio, anche Israele ammise il termine genocidio, così
pure fece il Congresso Americano –gli USA hanno confermato ieri – e ancora ieri
Erdogan ha detto quello che già disse nel 2010, cioè che potrebbe anche
espellere dalla Turchia tutti gli Armeni.
Ora, siccome l’Europarlamento a sua volta sta preparando un
nuovo documento che invita la Turchia a riconoscere il Genocidio, e siccome
però Erdogan ancora ieri ha risposto che il volere dell’Europa “mi entra da un
orecchio e mi esce dall’altro”, se ne deduce una realtà politica sconvolgente:
la trattativa per l’ingresso della
Turchia in Europa la sta conducendo l’on. Sandro Gozi, l’unico governativo dell’Occidente
che alla parola “genocidio” ancora balbetta.
(F.Facci, da Liberoquotidiano)
(e
ha dichiarato che è “ inopportuno che il governo italiano prenda una posizione”- nota del blog)
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