ABRAMO
Ultimo pannello della mostra principale DEL MEETING
Siamo quasi nella stessa confusione di quando la
storia è cominciata con Abramo: le cose più evidenti in un certo momento non
sono più evidenti. Questa è la situazione storica in cui noi siamo chiamati a
vivere la fede.
Noi proviamo subito la tentazione di fermare questo
crollo delle evidenze con una più efficace strategia di potere che possa
arginarne le conseguenze.
In realtà è un tentativo senza futuro perché chi
dovrebbe sostenere le evidenze è un io ormai smarrito. D’altra parte corriamo
il rischio di censurare o addirittura cancellare nella loro radice i desideri
di compimento che si nascondono nei più svariati tentativi, talvolta confusi,
di raggiungere la pienezza. Al posto di mettere davanti agli uomini una
presenza che attiri tutto il desiderio, come faceva Gesù, abbiamo la tentazione
di vietare le strade “sbagliate”, come se il desiderio si mettesse a posto da
solo una volta che gli si chiudono quelle strade. Come se il desiderio non ci
fosse stato dato per cercare la felicità.
Ma Dio cosa fa? A noi sembra che, se crolla tutto un
mondo di evidenze, crolli anche la civiltà cristiana e che la certezza della
fede venga meno. Tante volte abbiamo l’impressione che fermare quel processo
potrebbe sostenere l’evidenza della nostra fede. Ma è questa la strada che ha
intrapreso il Mistero nella storia?
A noi, invece, questo metodo sembra assurdo: per
salvare il mondo, come prima mossa Dio chiama Abramo, un politeista
mesopotamico nelle periferie dell’impero…
Quando ha scelto Abramo, Dio non ha messo a posto
tutta la realtà e la storia. Ha cominciato a generare un io, a dare consistenza
a quell’io, fino al punto che con Abramo possiamo parlare della “nascita
dell’io”. Infatti, l’io si costituisce soltanto davanti a una Presenza che lo
chiama, che lo attira, che lo risveglia dal torpore in cui tante volte cade.
E questo non vuol dire che allora tutto intorno ad Abramo
sia cambiato all’improvviso. No, è cambiato Abramo. E a volte anche Abramo si
scandalizzava di chi aveva intorno: “Ma voi perché siete così?”… “Ma è proprio
perché siamo così che Dio ha dato a te, Abramo la grazia; è perché siamo così
scombinati ciechi e pigri, è perché tutto intorno a noi è buio, che Dio ha
incominciato a dare la grazia a te, per renderti consistente, per incominciare
a generare un luogo dove il buio possa essere vinto, dove il nichilismo possa
essere vinto”.
E’ molto coraggioso e sorprendente il fatto che il
Mistero per cambiare il mondo scelga Abramo, che per cambiare il mondo scelga
un io. Ma questo metodo è folle, o è invece il più realista che ci sia (più
delle nostre immagini e delle nostre teorie)? Noi sappiamo cosa è nato dalla
scelta di Abramo. Invece, dai nostri progetti, cosa nasce?
Dire “si” a Colui che ci chiama è, di fatto, il
contributo più grande al mondo.
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