SERVE UN CONTRATTACCO ALL'IDEOLOGIA
«Tutto il mondo è posto nella menzogna. Il potere mondano tende a
risucchiarci: allora la nostra presenza deve fare la fatica di non lasciarsi
invadere, e questo avviene non solo ricordando e visibilizzando l'unità tra
noi, ma anche attraverso un contrattacco.
Se il nostro non è un contrattacco (e per esserlo deve diventare
espressione dell'autocoscienza di sé), se non è un gusto nuovo che muove
l'energia di libertà, se non è un'azione culturale che raggiunge il livello
dignitoso della cultura, allora l'attaccamento al Movimento è volontaristico, e
l'esito è l'intimismo.
L'intimismo non è presenza, per l'intensità e la verità che diamo a questa
parola. (...) La modalità della presenza è resistenza all'apparenza delle cose
ed è contrattacco alla mentalità comune, alla teoria dominante e alla ideologia
del potere; resistenza e contrattacco non in senso negativo, di opposizione, ma
come lavoro. Per indicare e per definire l'esprimersi di una presenza secondo
una dignità anche semplicemente umana non esiste che la parola lavoro: cioè
portare dentro tutto, su tutto, l'interesse della nostra persona» (Viterbo
1977)»
«Una persecuzione vera? È così. L’ira del mondo oggi
non si alza dinanzi alla parola Chiesa, sta quieta anche dinanzi all’idea che
uno si definisca cattolico, o dinanzi alla figura del Papa dipinto come
autorità morale. Anzi c’è un ossequio formale, addirittura sincero. L’odio si
scatena – a mala pena contenuto, ma presto tracimerà – dinanzi a cattolici che
si pongono per tali, cattolici che si muovono nella semplicità della
Tradizione». (da Un avvenimento di vita, cioè una storia, Edit-Il
Sabato, 1993)
«Ci chiamano integristi proprio rabbiosamente, con
razzismo ideologico, perché sono pronti ad amare qualunque persona, qualunque
idea (...) salvo di essere prontissimi ad odiare i loro confratelli cristiani
che non la pensano come loro! Ci chiamano integristi perché noi urgiamo la
Fede! Loro obiettano: "Ma la fede non guarda il potere... così se siamo
perseguitati è meglio!" Come "Se siamo perseguitati è meglio?" È
una frase da intellettuali! Perché nella persecuzione chi ci lascia le penne
sono i più deboli, i più poveri! Nelle catacombe, se Dio ci manda, noi
invocheremo lo Spirito, ma andarci senza cercare di difendersi, è cretino!».
(da Vita di don Giussani di Alberto Savorana, Rizzoli 2013)
http://www.iltimone.org/33253,News.html
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