A pochi giorni dalla fine dei lavori l’assemblea
dei vescovi è giunta ad un impasse e
la strada per uscirne, secondo il Papa potrebbe essere quella della decentralizzazione
della Chiesa, anche perche il confronto fra prassi pastorale e dottrina non
pare risolto.
Card. Marx lancia la sfida: "Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui" |
Di questi argomenti si sono impadroniti i media, che
cercano di far passare le loro idee, a prescindere dai documenti sinodali. Con tre
conseguenze.
1) Il Sinodo
“virtuale”, come già accadde per il Concilio Vaticano II, è destinato a prevalere
su quello reale. Il messaggio mediatico che accompagnerà le conclusioni dei
lavori è più importante del contenuto dei documenti.
2) Il
post-sinodo è più importante del sinodo, perché ne rappresenta la
auto-realizzazione. Il Sinodo infatti, affiderà la realizzazione
dei suoi obiettivi alla prassi pastorale. Se ciò che si trasforma non è la
dottrina, ma la pastorale, questo cambiamento non può avvenire nel Sinodo, deve
avvenire nella vita quotidiana del popolo cristiano e dunque fuori del Sinodo,
dopo il Sinodo, nella vita delle diocesi e delle parrocchie della Chiesa.
3) la auto-realizzazione del Sinodo avviene
all’insegna della esperienza delle chiese particolari, ossia della
decentralizzazione ecclesiastica. La decentralizzazione autorizza le chiese locali a sperimentare una
pluralità di esperienze pastorali. Ma se non esiste un’unica prassi
coerente con l’unica dottrina, vuol dire che ne esistono molte e tutte
meritevoli di essere sperimentate. I protagonisti di questa Rivoluzione nella
prassi, saranno dunque i vescovi, i parroci, le conferenze episcopali, le
comunità locali, ognuno secondo la propria libertà e creatività.
Si delinea l’ipotesi di una
Chiesa a “due velocità” (two-speed
Church) o, sempre per usare il linguaggio degli eurocrati di
Bruxelles, a “geometria
variabile” (variable
geometry). Di fronte al medesimo problema morale ci si regolerà in
maniera diversa, secondo l’etica della
situazione.
Questo sarebbe un passaggio drammatico che la Chiesa
Cattolica DEVE ASSOLUTAMENTE EVITARE
da un articolo di Roberto De Matteis
il foglio 20 ottobre
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