A qualche mese dalla vittoria
del matrimonio gay in Irlanda, John Waters ha archiviato la sua carriera di giornalista perché, dice,
non c'è più spazio nei giornali per informare sui fatti. Non c'è più vero
dibattito ma commedia.
La battaglia per la riforma della costituzione irlandese è stata combattuta con armi nuove, con la totale sostituzione della realtà con l'emozione: non "matrimoni gay" ma "parità matrimoniale".
Uno
slogan di due sole parole, parità matrimoniale, ha portato alla vittoria. Due parole che evocano buoni sentimenti, di
una bellezza antica e rassicurante, usate non per spiegare ma per mistificare.
Chi poteva dirsi contro la parità o contro il matrimonio? Ogni argomento basato
sulla ragione, dice Waters, era destinato a perdere perché non abbastanza
compassionevole.
Non è crollata la fede in Irlanda, e neppure le "evidenze" che la nostra civiltà - pur secolarizzata - aveva mutuato dalla fede cristiana. In Irlanda è crollata la realtà, completamente sostituita dall'emozione.
Non è crollata la fede in Irlanda, e neppure le "evidenze" che la nostra civiltà - pur secolarizzata - aveva mutuato dalla fede cristiana. In Irlanda è crollata la realtà, completamente sostituita dall'emozione.
E la ragione non è più moneta corrente, neanche tra i cattolici: pochi di quelli che sono andati a votare avevano, addirittura, capito che stavano modificando la costituzione.
Victor Vasnetsov (1887) I cavalieri dell'Apocalisse |
Nella migliore delle ipotesi se ne deduce che i cattolici che hanno votato a favore sono caduti nella classica trappola ideologica, accuratamente progettata a tavolino, per affermare l'ideologia del gender.
Siamo finiti anche noi vittime dell'emozione, travolti dalle armi mistificatrici della compassione e della misericordia tanto da convincerci a sottovalutare o, addirittura, a stigmatizzare l'importanza della presenza pubblica in nome del dialogo con l'ideologia?
Le emozioni passano, la realtà rimane. Restiamo agganciati ad essa.
leggi anche
Nessun commento:
Posta un commento