Il bergogliano
Zuppi tra moschee e feste del lavoro
I nostalgici delle acute digressioni del
cardinale Giacomo Biffi si mettano il cuore in pace. Gli estimatori delle
intemerate in difesa di famiglia e vita lanciate dal pulpito della basilica di
San Pietro dal cardinale Carlo Caffarra se ne facciano una ragione.
E non poco. In quella
Curia in cui gli ultimi Pontefici avevano piazzato arcivescovi dalle salde
convinzioni conservatrici per tenere a bada un popolo di fedeli animato dalle
pulsioni del cattolicesimo di sinistra (d'altronde, è sotto le Due Torri che ha
seminato un certo Giuseppe Dossetti e lì i suoi allievi continuano a operare),
ebbene proprio a Bologna Papa Francesco ha spedito un arcivescovo bergogliano
doc come monsignor Matteo Maria Zuppi, espressione della Comunità di
Sant'Egidio guidata dall'ex ministro montiano Andrea Riccardi.
Il nuovo corso
impresso da Jorge Mario Bergoglio alla Chiesa universale, se non altro a livello
simbolico e di comunicazione, ha così fatto capolino anche lungo la via Emilia.
Da quando pochi mesi
fa si è insediato in via Altabella, monsignor Zuppi ha inanellato una serie di
interventi da fare accapponare la pelle ai fedeli più legati alla tradizione e
alla difesa dei valori cristiani.
In una delle sue
prime uscite pubbliche ha auspicato la costruzione di una grande moschea a
Bologna, giustificando questa esigenza con il fatto che tutte le grandi città
ce l'hanno e dicendosi convinto che le stesse feste islamiche dovrebbero essere
accolte pure nelle scuole.
Tutto questo mentre
in un istituto della città veniva impedito al sacerdote di turno di impartire
la benedizione ai locali, con tanto di ricorso al Tar di alcuni genitori spinti
da una certa dose di laicismo.
Ma Zuppi (che vuole
più modestamente essere chiamato soltanto don Matteo) non si è fermato qui. Con
il sindaco (e ricandidato del Pd) Virginio Merola ha pure visitato un centro
islamico cittadino, accolto con tanto di bacio dall'imam. Poi ha partecipato a
una serie di iniziative insieme al giovane portavoce della comunità islamica
bolognese Yassine Lafram, con il quale pare sia nato un particolare feeling.
Se da una parte c'è
un'accelerazione mai vista sotto il profilo del dialogo con la comunità
musulmana locale, dall'altra nella nuova direttrice pastorale lanciata da
monsignor Zuppi c'è anche l'avvio di un progetto sulla gestione degli utili
Faac (il colosso dei cancelli ereditato dalla Curia di Bologna) per favorire
iniziative di microcredito, sostegno ai disoccupati e alle famiglie bisognose,
reinserimenti lavorativi.
La ciliegina sulla
torta l'arcivescovo bergogliano se l'è però tenuta per questa domenica, quando
per la prima volta nella storia cittadina il numero uno della Chiesa sotto le Due
Torri parteciperà alla manifestazione dei sindacati per la festa del Primo
Maggio. Zuppi sarà infatti all'iniziativa promossa da Cgil, Cisl Uil, ancora
una volta con il leader degli islamici bolognesi Lafram.
La Cisl, con il
segretario provinciale Alessandro Alberani (vicino al sindaco Merola), è andata
in visibilio per questa notizia, ma grande soddisfazione è stata espressa anche
dalla rossa e sinistrorsa Fiom-Cgil.
Insomma, i cattolici bolognesi con
sensibilità più moderate, liberali e conservatrici se ne facciano una ragione:
la musica nella Chiesa felsinea è cambiata. O si adeguano, oppure aspettano il
prossimo turno.
di
Raffaele Porrisini
TRATTO
DA ITALIA OGGI
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