lunedì 30 maggio 2016

LASCIARE APERTA LA PORTA AL MISTERO

Qualche giorno fa Denis Ugolini, noto uomo politico cesenate, ha depositato presso un notaio il suo testamento biologico. Un passo per accellerare il percorso politico per l’approvazione dell’eutanasia. Il giorno dopo il Sindaco di Cesena lo ha ringraziato pubblicamente per questa coraggiosa “dichiarazione anticipata di trattamento”

L’avvocato Stefano Spinelli con questa lettera ai giornali ha preso una posizione precisa.

Caro Denis,
seguo con affetto e partecipazione il tuo percorso umano e il tuo impegno politico. Ho sempre apprezzato la tua passione e disponibilità nel costruire la società in cui credi e soprattutto le energie messe a disposizione per uno scopo che vada oltre le proprie piccole beghe personali e quotidiane. Non a caso, il nome della tua rivista “Energie Nuove per la città”, alle cui pagine mi hai dato recentemente la possibilità di contribuire, ti rappresenta.
 
Denis Ugolini
Leggo che hai chiesto e ottenuto dal Sindaco l’istituzione del registro comunale del testamento biologico e che, primo, hai sottoscritto la tua dichiarazione.

Permettimi di ricordare, prima di tutto a me stesso, a te, al Sindaco e a chiunque abbia a cuore il bene comune, che questa tua battaglia – e tu stesso la definisce tale, quando parli di segnale politico per una nuova legge in materia – pur esprimendo un’enorme domanda dell’uomo davanti al mistero del dolore e della morte, tuttavia non credo rappresenti umanamente e ragionevolmente la risposta.

Le posizioni che si possono assumere davanti a dichiarazioni con le quali si sottoscrive l’accettazione o il rifiuto di terapie mediche, in caso di patologie che facciano perdere l’autodeterminazione, sono di due tipi: a) esse possono riguardare il rifiuto di terapie “sproporzionate o sperimentali” (accanimento terapeutico); b) oppure possono avere a oggetto il rifiuto di qualunque trattamento, anche di terapie proporzionate ed efficaci, o di sostentamenti vitali di base; in questo secondo caso, aprendosi al riconoscimento di ipotesi di eutanasia.

Con il testamento biologico siamo in questa seconda ipotesi: “la libertà della persona rispetto alle terapie è una libertà assoluta” ed il suo riconoscimento obbliga altre persone – e per cominciare gli stessi medici, la cui azione è deontologicamente rivolta invece alla cura dei pazienti e al miglioramento delle loro condizioni di vita – a rispettare la volontà espressa, anche se dovesse portare a morte prematura o anticipata, evitabile con trattamenti del tutto proporzionati e salva vita.

La tua battaglia – caro Denis – dovrebbe rappresentare la risposta di oggi al dolore umano.
Ma qui è il punto. Se si comincia a sindacare quale livello di condizione particolare può essere considerata “non degna di essere vissuta”, o quale livello di sofferenza “non più sopportabile”, chi mai potrà stabilire in quali casi la vita è tale?
Perché mai dovrebbe beneficiare dell’aiuto a interrompere anticipatamente la propria vita chi si trova in situazioni ritenute dai più “pietose” (coma, malattia o inabilità grave), piuttosto che, più semplicemente, chiunque si trovi in situazioni “soggettivamente” non sopportabili e voglia consapevolmente porre termine anticipatamente ai propri giorni e lo chieda espressamente?
Esistono già proposte di eutanasia legale pendenti nel nostro Parlamento.
Sancire che ciascuno ha diritto di scegliere come e quando morire significa che la comunità civile deve garantire che detta volontà venga attuata.
Neppure più per pietà, ma per diritto, per conquista civile.

Ebbene, questa non è la risposta ragionevole al mistero umano.
Sin dall’origine l’uomo, usando il proprio cuore e la propria ragione, ha avvertito che dare la morte ad altri, anche dietro loro richiesta, non è corrispondente all’esigenza umana più profonda e vera, non è la soluzione (mi riferisco al giuramento di Ippocrate, 420 a. C.).

Credo si debba preferire una cultura della cura a una prassi dell’abbandono.
Ti chiedo di lasciare aperta la porta al mistero.


Stefano Spinelli

Nessun commento:

Posta un commento