Di LEONARDO LUGARESI
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Perché si sente il bisogno di mettere all'ingresso del palazzo apostolico
una croce in cui, al posto di Cristo, è appeso un giubbotto salvagente? Penso che sia perché si crede che quella
croce sia qualcosa di più dell'altra: più concreta, più
vicina agli uomini del nostro tempo, più convincente, più viva ... comunque
qualcosa di più. Non so darmi altra spiegazione, perché penso che l'intenzione
sia buona.
Perché si sente il bisogno di fare un pranzo di solidarietà con i poveri
proprio in chiesa, e non in uno dei mille altri luoghi disponibili (e più
idonei)? Penso che sia perché si crede
che in questo modo si aggiunge qualcosa alla chiesa stessa e a
ciò per cui la chiesa è primariamente fatta, cioè la santa messa. Si crede
cioè di rendere anche l'eucarestia più concreta, più vicina agli uomini del
nostro tempo, più convincente, più viva, eccetera eccetera. Anche in questo
caso, qualcosa di più. Se mi perdonate la trivialità, il retropensiero è che la
lasagna sfama in modo più concreto dell'ostia, e quindi mangiarla in chiesa serve
a rendere “più vera” anche l'altra manducazione. Non so darmi altra
spiegazione, perché debbo pensare che anche qui l'intenzione sia buona.
Però mi faccio (nel senso che la faccio prima di tutto a me stesso) una
domanda: non è che in questo modo noi confessiamo
che, in fin dei conti, Cristo non ci basta?
«Cristo mi basta» è sempre stata la formula suprema della fede del
cristiano, da quando Sufficit gratia mea fu la risposta di
Cristo alle urgenze di Paolo (2 Cor 12,9). Vale ancora?
Certo che da questo punto di vista il Natale, una volta archiviate tutte le
moine con cui lo agghindiamo, è ben problematico: a sentire Dio, dovrebbe
bastarci la nascita di un bambino. Auguri!
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