martedì 1 dicembre 2020

MONS. CAMISASCA E LA MESSA DI NATALE

Il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla ha dichiarato ieri su Rete 4 intervenendo nella trasmissione di Nicola Porro, Quarta Repubblica:

 

Gentile da Fabriano: Natività, Firenze, Uffizi

«Vorrei dire due cose.

La prima: è chiaro che non sappiamo a che ora Gesù sia nato e non sappiamo esattamente neanche in che giorno Gesù sia nato. Quindi non ha senso dire: facciamo nascere Gesù due ore prima, tre ore prima, quattro ore prima.

Questo è chiaramente un discorso con altri significati.

Seconda cosa: molte persone sono legate, giustamente secondo me, alla Messa di Natale. Nella tradizione cristiana fin da lungo tempo si è creduto che nel momento di maggior buio, che poi è il solstizio d’inverno, intorno al 21/25 dicembre, spunta la luce. E quale luce spunta? Quella di Cristo, che nasce. L’uomo vive anche di significati e di tradizioni, nel legame con delle memorie che hanno costituito la sua vita.

Io non trovo scandaloso che la Messa possa essere spostata alle 20 invece che alle 24, a parte che non capisco bene perché il virus circoli di meno alle 20 invece che alle 24. Comunque, a parte queste considerazioni, mi va bene.

Però io dico: stiamo attenti, perché nel momento in cui noi vogliamo continuamente toccare tutti i significati simbolici, affettivi e di fede delle persone, non facciamo un guadagno né per le persone né per la socialità.

La socialità si nutre di rapporti, di simboli, di tradizioni e questo deve essere guardato con attenzione, soprattutto dalla Chiesa.

Io come cittadino sono attentissimo a ciò che lo Stato mi chiede e voglio assolutamente salvaguardare la salute mia e dei miei fratelli. Nello stesso tempo, però, non voglio uno Stato che entri a regolamentare quello che la Chiesa deve decidere. Quindi ci deve essere su questo punto una forte attenzione sui significati simbolici, culturali e di fede di ciò che la Chiesa vive».

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