Diffuso oggi il Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) “Perseguitati più che mai”. Nel 75% dei 24 Paesi esaminati l'oppressione o la persecuzione dei cristiani è aumentata. Prossima tappa: il 20 aprile 2023 Acs presenterà la nuova edizione del Rapporto sulla Libertà religiosa
“Perseguitati più che mai. Rapporto sui
cristiani oppressi per la loro fede 2020 – 2022”: è il titolo della ottava
edizione del Rapporto della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che
Soffre (Acs), diffusa oggi, e che offre un quadro della sofferenza dei
cristiani oppressi per motivi di fede.
Lo studio presenta “informazioni della
stessa Acs e di fonti locali, testimonianze di prima mano, raccolte di eventi
di persecuzione, studi di casi e analisi nazionali” da porre all’attenzione
della pubblica opinione, dei mass media e dei responsabili istituzionali. Il
report esamina 24 Paesi in cui le
violazioni della libertà religiosa destano particolare preoccupazione: Afghanistan,
Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Egitto, Eritrea, Etiopia, India, Iran,
Iraq, Israele e i Territori Palestinesi, Maldive, Mali, Mozambico, Myanmar,
Nigeria, Pakistan, Qatar, Russia, Sri Lanka, Sudan, Siria, Turchia e Vietnam.
Il periodo di riferimento va dall’ottobre 2020 al settembre 2022.
Africa. Secondo i contenuti di
“Perseguitati più che mai”, spiega Alessandro Monteduro, direttore
di Acs Italia, “nel 75% dei 24 Paesi
esaminati l’oppressione o la persecuzione dei cristiani è aumentata.
L’Africa registra un forte aumento della violenza terroristica, a causa della
quale oltre 7.600 cristiani nigeriani sarebbero
stati assassinati tra gennaio 2021 e giugno 2022. Nel maggio di quest’anno è
stato pubblicato un video che mostrava 20 cristiani nigeriani giustiziati dai
terroristi islamisti di Boko Haram e della Provincia dell’Africa occidentale
dello Stato Islamico (Iswap). I due raggruppamenti cercano infatti di fondare
califfati nella regione del Sahel, ciascuno con il proprio wali (governatore) e
la propria struttura governativa. In
Mozambico, Al-Shabab ha intensificato la sua campagna di terrore, uccidendo
i cristiani, attaccando i loro villaggi e appiccando il fuoco alle chiese. Il
gruppo, affiliato allo Stato Islamico (Isis), ha provocato la fuga di oltre
800.000 persone e la morte di altre 4.000”.
Medio Oriente. Dal Rapporto emerge che “in Medio
Oriente la crisi migratoria minaccia
la sopravvivenza di alcune delle comunità cristiane più antiche del mondo. In Siria, i cristiani sono crollati dal 10%
della popolazione a meno del 2%, passando da 1,5 milioni del periodo
precedente la guerra ai circa 300.000 di oggi. Nonostante il tasso di esodo in Iraq sia più basso, una comunità che
contava circa 300.000 persone prima dell’invasione da parte di Daesh/Isis nel
2014, nella primavera 2022 si era ormai dimezzata”. Questa minaccia
esistenziale, si legge nel Report, si estende ad Israele e Palestina: “A quasi 75 anni dalla creazione dello
Stato di Israele, i cristiani in Cisgiordania sono diminuiti dal
18% a meno dell’1% attuale. Anche in questo caso, i militanti sono
una delle principali preoccupazioni. Gruppi come Hamas sono visti come
fattori di spinta alla migrazione dalla Cisgiordania. Sebbene il
numero complessivo di cristiani in Israele sia in crescita – con
un aumento dell’1,4% nel 2021 – i continui attacchi da parte di
gruppi marginali di estremisti ebraici hanno portato i leader della Chiesa
a parlare di “un tentativo sistematico di allontanare la comunità
cristiana da Gerusalemme e da altre aree della Terra Santa” accusando le
autorità di non fare nulla per proteggerla.
Rapimenti e stupri sistematici. Dallo studio di Acs emerge anche
che in Paesi diversi come l’Egitto e il
Pakistan le ragazze cristiane sono abitualmente soggette a rapimenti e stupri
sistematici. Tra le testimonianze riportate anche quella di mons. Jude A.
Arogundade, vescovo di Ondo, la cui diocesi nigeriana è stata presa di mira da
uomini armati che hanno ucciso più di 40 persone durante la celebrazione della
Pentecoste nel giugno scorso. Commentando la presentazione del Rapporto il
presule dichiara che, “nonostante il crescente allarme per l’aumento della
violenza in alcune parti del Paese, nessuno sembra prestare attenzione al genocidio in atto nella Middle Belt della
Nigeria. Il mondo tace mentre gli attacchi alle chiese, al loro personale e
alle istituzioni sono diventati routine. Quanti cadaveri sono necessari per
attirare l’attenzione del mondo?”
Asia. In Asia, spiega il Report, “l’autoritarismo statale ha portato a un
peggioramento dell’oppressione anzitutto in Corea del Nord, dove fede e pratiche religiose sono ordinariamente
e sistematicamente represse. Il nazionalismo religioso ha innescato crescenti
violenze contro i cristiani asiatici, basti pensare ai gruppi nazionalisti
hindutva e singalesi buddisti, attivi rispettivamente in India e Sri Lanka. Le autorità hanno arrestato fedeli e interrotto
le funzioni religiose. L’India ha fatto registrare 710 episodi di violenza
anticristiana tra gennaio 2021 e l’inizio di giugno 2022, causati in parte
dall’estremismo politico”. “Durante una manifestazione di massa in Chhattisgarh
nell’ottobre 2021 – afferma il direttore Monteduro – i membri del Bharatiya
Janata Party (BJP) al governo hanno applaudito il leader religioso indù di
destra Swami Parmatman e hanno chiesto l’uccisione dei cristiani. In Cina le autorità hanno aumentato la
pressione sugli stessi cristiani, mediante arresti indiscriminati, chiusura
forzata delle chiese e uso di sistemi di sorveglianza oppressivi”.
Proseguendo nel proprio percorso di
studio e di analisi delle violazioni alla libertà religiosa nel mondo, il 20
aprile 2023 Aiuto alla Chiesa che Soffre presenterà la nuova edizione del
Rapporto sulla Libertà religiosa.
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