"UNA
CHIESA CATTOLICA, NON PROTESTANTE"
Il Papa ha già annunciato che il Sinodo sulla sinodalità terminerà nel 2024 e
non nel 2023. Un anno in più per far decantare le proposte più
"spinte" e le risposte più "rigide". Insomma, dodici mesi
in più per cercare di far quadrare le cose e di creare (per quanto possibile)
una comunione tra i vescovi che poi dovranno applicare le deliberazioni
sinodali. Operazione tutt'altro che
semplice.
Intanto, perché non tutti hanno compreso bene qual è il fine del Sinodo (argomento emerso non solo nei conciliaboli episcopali ma anche in vari interventi del Popolo di Dio chiamato a esprimere le proprie attese sul processo in corso), in secondo luogo perché non pochi hanno espresso dubbi (eufemismo) sul continuo ricorso al termine "sinodalità", quasi fosse uno slogan vuoto da sbandierare sui media e in riunioni per addetti ai lavori. Alla riunione cardinalizia che ha seguito il concistoro di fine agosto, alcuni porporati – per lo più provenienti dall'oriente – hanno sottolineato che (citazione semitestuale) "la sinodalità è una cosa seria" e "dire che tutto è sinodalità non va bene".
A creare qualche grattacapo al Papa è, come noto, il Cammino sinodale tedesco, che punta a rivoluzionare la Chiesa e che – per dirla con il cardinale Walter Kasper – dà l'idea a volte di essere "poco cattolico". Francesco la pensa allo stesso modo, se si presta attenzione a quanto ha detto di ritorno dal viaggio in Bahrein: "Io ai cattolici tedeschi dico: la Germania ha una grande e bella Chiesa evangelica; io non ne vorrei un’altra, che non sarà (mai) tanto buona come quella; ma la voglio cattolica, alla cattolica, in fratellanza con la evangelica. Alle volte si perde il senso religioso del popolo, del Santo popolo fedele di Dio, e cadiamo nelle discussioni eticiste, nelle discussioni di congiuntura, nelle discussioni che sono conseguenze teologiche, ma non sono il nocciolo della teologia. Cosa pensa il Santo popolo fedele di Dio? Come sente il Santo popolo di Dio? Andare lì a cercare come sente, quella religiosità semplice, che tu la trovi nei nonni. Non dico di tornare indietro, no; ma alla fonte di ispirazione nelle radici" (...) "Adesso ci mettiamo in discussioni etiche, in discussioni congiunturalistiche, ma la radice della religione è lo schiaffo che ti dà il Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo vivo: e da lì le conseguenze, tutte; da lì il coraggio apostolico, da lì andare alle periferie, anche alle periferie morali della gente per aiutare; ma dall’incontro con Gesù Cristo. Se non c’è l’incontro con Gesù Cristo ci sarà un eticismo travestito da cristianesimo".
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