PAPA FRANCESCO
Basilica di San Pietro
Sabato Santo, 8 aprile 2023
(…)
le donne a Pasqua non restano paralizzate davanti a una tomba ma, dice il
Vangelo, «abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, corsero
a dare l’annuncio ai suoi discepoli» (v. 8). Portano la notizia che cambierà
per sempre la vita e la storia: Cristo è risorto! (cfr v. 6). E, al tempo
stesso, custodiscono e trasmettono la raccomandazione del Signore, il suo
invito ai discepoli: che vadano in Galilea, perché là lo vedranno
(cfr v. 7).
Ma,
fratelli e sorelle, ci domandiamo oggi: che cosa significa andare in Galilea?
Due
cose: da una parte uscire dalla chiusura del cenacolo per andare nella regione
abitata dalle genti (cfr Mt 4,15), uscire dal nascondimento
per aprirsi alla missione, evadere dalla paura per camminare verso il
futuro.Ghirlandaio
La vocazione dei primi Apostoli
Cappella Sistina 1481
E dall’altra parte – e questo è molto bello –, significa ritornare alle origini, perché proprio in Galilea tutto era iniziato.
Lì il
Signore aveva incontrato e chiamato per la prima volta i discepoli. Dunque
andare in Galilea è tornare alla grazia originaria, è riacquistare la memoria
che rigenera la speranza, la “memoria del futuro” con la quale siamo stati
segnati dal Risorto.
Ecco allora che cosa fa la Pasqua del Signore: ci spinge ad
andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei
sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al
futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia; ma,
per fare questo, la Pasqua del Signore ci riporta al nostro passato di grazia,
ci fa riandare in Galilea, là dov’è iniziata la nostra storia d’amore con Gesù,
dove è stata la prima chiamata.
Ci chiede, cioè, di rivivere quel
momento, quella situazione, quell’esperienza in cui abbiamo incontrato il
Signore, abbiamo sperimentato il suo amore e abbiamo ricevuto uno sguardo nuovo
e luminoso su noi stessi, sulla realtà, sul mistero della vita. Fratelli e
sorelle, per risorgere, per ricominciare, per riprendere il cammino, abbiamo
sempre bisogno di ritornare in Galilea, cioè di riandare non a un Gesù
astratto, ideale, ma alla memoria viva, alla memoria concreta e palpitante del
primo incontro con Lui. Sì, per camminare dobbiamo ricordare; per avere
speranza dobbiamo nutrire la memoria. E questo è l’invito: ricorda e
cammina! Se recuperi il primo amore, lo stupore e la gioia dell’incontro
con Dio, andrai avanti. Ricorda e cammina.
Ricorda la tua Galilea e cammina verso la tua Galilea.
È il “luogo” nel quale hai conosciuto
Gesù di persona, dove per te Egli non è rimasto un
personaggio storico come altri, ma è divenuto la persona della vita:
non un Dio lontano, ma il Dio vicino, che ti conosce più di ogni altro e ti ama
più di chiunque altro. Fratello, sorella, fai memoria della Galilea, della tua
Galilea: della tua chiamata, di quella Parola di Dio che in un preciso momento
ha parlato proprio a te; di quell’esperienza forte nello Spirito, della più
grande gioia del perdono provata dopo quella Confessione, di quel momento
intenso e indimenticabile di preghiera, di quella luce che si è accesa dentro e
ha trasformato la tua vita, di quell’incontro, di quel pellegrinaggio…Il lago di Tiberiade
Ognuno sa dov’è la propria Galilea,
ciascuno di noi conosce il proprio luogo di risurrezione interiore, quello
iniziale, quello fondante, quello che ha cambiato le cose. Non possiamo
lasciarlo al passato, il Risorto ci invita ad andare lì per fare la Pasqua. Ricorda la tua Galilea,
fanne memoria, ravvivala oggi. Torna a quel primo incontro. Chiediti come è
stato e quando è stato, ricostruiscine il contesto, il tempo e il luogo,
riprovane l’emozione e le sensazioni, rivivine i colori e i sapori. Perché tu
sai, è quando hai dimenticato quel primo amore, è quando hai scordato quel
primo incontro che è cominciata a depositarsi della polvere sul tuo cuore. E hai
sperimentato la tristezza e, come per i discepoli, tutto è sembrato senza
prospettiva, con un macigno a sigillare la speranza. Ma oggi, fratello,
sorella, la forza di Pasqua invita a rotolare via i massi della delusione e
della sfiducia; il Signore, esperto nel ribaltare le pietre tombali del peccato
e della paura, vuole illuminare la tua memoria santa, il tuo ricordo più bello,
rendere attuale quel primo incontro con Lui. Ricorda e cammina: ritorna a Lui,
ritrova la grazia della risurrezione di Dio in te! Torna in Galilea, torna
nella tua Galilea. (…)
Fratelli, sorelle, seguiamo Gesù in Galilea, incontriamolo
e adoriamolo lì dove Egli attende ognuno di noi. Ravviviamo la bellezza di
quando, dopo averlo scoperto vivo, lo abbiamo proclamato Signore della nostra vita.
Torniamo in Galilea, alla Galilea del primo amore: ognuno torni alla propria
Galilea, quella del primo incontro, e risorgiamo a vita nuova!
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