venerdì 12 aprile 2024

I VESCOVI D’AFRICA, DIFENSORI DELL’UNITÀ DELLA FEDE

Nella prossima sessione del Sinodo mondiale dei vescovi, convocata da papa Francesco a Roma per ottobre 2024 , saranno i vescovi africani i più decisi a fare blocco contro le innovazioni propugnate da certi episcopati del Nord: diaconato femminile, preti sposati, nuova morale sessuale. Esattamente come già è venuta dall’Africa la più compatta resistenza alla benedizione delle coppie dello stesso sesso, autorizzata dalla dichiarazione vaticana “Fiducia supplicans” dello scorso dicembre.

Card Robert SARAH in Camerun
A prevedere questa battaglia campale dei vescovi africani “in difesa della fede contro i fautori del relativismo culturale”, anzi, a ispirarla e a dettarne le linee guida è un autorevole cardinale anche lui d’Africa, Robert Sarah,”.

 È in visita in Camerun da una decina di giorni e ieri mattina, martedì 9 aprile, ha tenuto ai circa trenta vescovi di quel Paese, nella sede della conferenza episcopale a Mvolyé, sul colle che sovrasta la capitale Yaoundé, l’impegnativo discorso programmatico riprodotto qui sotto nella sua parte terminale

Da Roma, dalla cerchia del papa e in particolare dal cardinale argentino Victor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la dottrina della fede e primo firmatario di “Fiducia supplicans”, si giudica la resistenza dei vescovi africani alle innovazioni come il portato di una loro arretratezza culturale, già poco elegantemente messa alla berlina nel 2014, in occasione del Sinodo sulla famiglia, dal cardinale Walter Kasper. Nei prossimi giorni il cardinale Sarah sarà in Guinea, dove è nato 78 anni fa e dove è stato parroco in un villaggio della savana e poi vescovo a Conakry, la capitale, difensore indomito della libertà religiosa e civile in anni di spietata dittatura, anche a rischio della vita.

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(…) Che cosa dobbiamo fare? Forse vi si dirà che così è fatto il mondo e non vi si può sfuggire. Forse vi si dirà che la Chiesa deve adattarsi o morire. Forse vi si dirà che poiché l’essenziale è al sicuro bisogna essere flessibili sui dettagli. Forse vi si dirà che la verità è teorica ma che i casi particolari le sfuggono. Tante massime che confermano la grave malattia che ci attanaglia tutti!


Io vorrei invitarvi piuttosto a ragionare diversamente. Non dobbiamo cedere alla menzogna! L’essenza dell’ateismo fluido è la promessa di un accomodamento tra la verità e la menzogna. È la tentazione più grande del nostro tempo! Siamo tutti colpevoli di accomodamenti, di complicità con questa grande menzogna che è l’ateismo fluido! Fingiamo di essere cristiani credenti e uomini di fede, celebriamo riti religiosi, ma in realtà viviamo da pagani e non credenti. Non illudetevi, non si combatte con questo nemico, che finisce sempre per portarvi via. L’ateismo fluido è sfuggente e viscido. Se lo attaccate, vi intrappolerà nei suoi sottili compromessi. È come la tela di un ragno, più vi agitate contro di essa, e più si chiude attorno a voi. L’ateismo fluido è l’ultima trappola del Tentatore, di Satana.


Egli vi attira sul suo stesso terreno. Se lo seguite, sarete portati a utilizzare le sue armi: la menzogna, la dissimulazione e il compromesso. Fomenta attorno a sé la confusione, la divisione, il risentimento, l’amarezza e la faziosità. Guardate in che stato è la Chiesa! Ovunque non c’è che dissidio e sospetto. L’ateismo fluido vive e si nutre di tutte le nostre piccole debolezze, di tutte le nostre capitolazioni e compromissioni con la sua menzogna. […]


Con tutto il mio cuore di pastore, voglio invitarvi oggi a prendere questa decisione. Non dobbiamo creare partiti nella Chiesa. Non dobbiamo proclamarci i salvatori di questa o quella istituzione. Tutto ciò contribuirebbe al gioco dell’avversario. Ma ciascuno di noi può oggi decidere: la menzogna dell’ateismo non troverà più spazio in me. Non voglio più rinunciare alla luce della fede, non voglio più, per comodità, pigrizia o conformismo, far coabitare in me la luce e le tenebre. È una decisione molto semplice, al tempo stesso interiore e concreta. Essa cambierà le nostre vite. Non si tratta di andare in guerra. Non si tratta di denunciare dei nemici. Quando non si può cambiare il mondo, si può cambiare noi stessi. Se ciascuno umilmente lo decidesse, il sistema della menzogna crollerebbe da solo, perché la sua unica forza è il posto che gli facciamo dentro di noi. […]


Cari fratelli vescovi, offrendoci la fede Dio apre la sua mano affinché noi mettiamo lì la nostra e ci lasciamo condurre da Lui. Di che cosa avremo paura? L’essenziale è tenere fermamente la nostra mano nella sua! La nostra fede è questo legame profondo con Dio stesso. “Io so in chi ho posto la mia fede”, dice san Paolo (2 Tm 1,12). Di fronte all’ateismo fluido, la fede acquista un’importanza essenziale. È allo stesso tempo il tesoro che vogliamo difendere e la forza che ci permette di difenderci.

Masaccio, La Trinità, Cappella Brancacci


Conservare lo spirito di fede è rinunciare a ogni compromesso, è rifiutare di vedere le cose in altro modo che attraverso la fede. Significa tenere la nostra mano nella mano di Dio. Credo profondamente che questa sia l’unica fonte possibile di pace e dolcezza. Tenere la nostra mano in quella di Dio è la garanzia di una vera benevolenza senza complicità, di una vera dolcezza senza codardia, di una vera forza senza violenza.


Voglio anche sottolineare come la fede è fonte di gioia. Come non essere nella gioia quando ci siamo affidati a Colui che è la fonte della gioia? Un’attitudine di fede è esigente, ma non è rigida e tesa. Cerchiamo di essere felici mentre a Lui tendiamo la mano. La fede genera forza e gioia insieme. “Il Signore è mia fortezza, di chi avrò paura?” (Sal 27,1). La Chiesa sta morendo, infestata dall’amarezza e dallo spirito di parte, e solo lo spirito di fede può fondare un’autentica benevolenza fraterna. Il mondo sta morendo, divorato dalla menzogna e dalla rivalità, e solo lo spirito di fede può portargli la pace.

 

di Robert Sarah

qui parte del discorso del Card. Sarah

https://www.diakonos.be/nel-prossimo-sinodo-sara-lafrica-a-fare-blocco-contro-i-novatori-e-il-cardinale-sarah-detta-le-linee-guida/

 


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