Marcello Veneziani
Fino all’assurdo dei finalisti
dello Strega che leggono tutti insieme lo squallido monologo antifascista di
Scurati contro il governo Meloni, come se fossero un soviet o un Intellettuale
collettivo con un solo cervello (bacato). Così usato, l’antifascismo diventa un codice immorale e incivile che
antepone all’intelligenza, al valore, al talento una sorta di rito preventivo e
discriminatorio di affiliazione, a cui è obbligatorio uniformarsi. Altrimenti
sei fuori.
Il fascismo non è più nella storia e nella realtà da ottant’anni e
nessuna forza politica in campo ne rivendica l’eredità; chi ne stabilisce
allora la persistenza, chi attribuisce e certifica la definizione di fascista?
Lo decide a suo insindacabile giudizio una commissione politico-mediatica-intellettuale permanente, auto-nominatasi per autoacclamazione, che corrisponde alla sinistra. Qui c’è tutta la falsità, l’impostura, l’uso intollerante e paranoico, vessatorio e diffamatorio del fascismo.
La liberazione dal fascismo, per essere vera e compiuta, comporta naturalmente anche la liberazione dall’antifascismo che ha senso solo in presenza dell’antagonista, e non in assenza o addirittura post mortem.
Fascismo e antifascismo vanno restituiti alla storia, e anche nel giudizio vanno storicizzati, cioè depoliticizzati, sottratti all’agone della polemica attuale o caricati sulle spalle di posteri che non possono portarne il peso: non ha più senso applicare quel discrimine oggi, come non avrebbe più senso il discrimine tra comunisti e anticomunisti o tra democristiani e antidemocristiani oggi che il comunismo o la Dc non ci sono più, anche se sono rivendicati o rimpianti da taluni. Ma ancora più insensato è che sia una parte a imputare il fascismo a carico dell’altra, senza reciprocità, perché non è ammessa la facoltà inversa. Noi giudici, voi imputati, for ever.
Sul piano storico vanno distinti gli
antifascisti veri che si opposero al regime fascista, come Matteotti, che
meritano ogni rispetto e ammirazione, soprattutto se pagarono di persona; dagli antifascisti di comodo, a
babbomorto, in pieno dominio antifascista, che si attribuiscono una superiorità
etica e morale in suo nome; si arrogano il potere di essere perennemente
giudicanti, officianti e sovrastanti nel nome assoluto della religione Antifa.
Ai loro occhi quelli che vengono accusati di fascismo non solo non hanno
diritto di difendersi ma devono prendere gli schiaffi e dar ragione a chi li
schiaffeggia, mentre li schiaffeggia. Altrimenti vuol dire che sono rimasti
fascisti dentro o sotto la buccia.
Peraltro è ormai comprovato e assodato che l’accusa di fascismo rivolta al governo non porta alcun profitto politico-elettorale a chi la lancia, ma serve solo a consolidare una cupola di tipo ideologico-mafioso. Questa campagna anacronistica permanente non è infatti condivisa dalla gran maggioranza degli italiani, è un citofono interno al proprio condominio; funziona a circuito chiuso, non raggiunge gli italiani ma coloro che erano già mobilitati sul tema. Rovesciando ancora oggi le colpe del fascismo su chi è al governo non si colpisce il governo in carica, che su questi temi non perde affatto consensi; si fa solo un danno agli italiani che vedono posposti i problemi reali del presente al fittizio feticcio del Passato Proibito. Ma nel nome sacro e intangibile dell’antifascismo le camorre ideologico-letterarie preservano le loro posizioni di potere.(…)
La cosa che più sconforta è che da anni denunciamo questo accanimento
terapeutico su un cadavere ridotto in polvere e da anni lo scempio
prosegue, imperterrito, anzi crescente; quanto più diventa irreale il tema
tanto più cresce il pathos con cui viene guarnito.
Alla destra di governo dico: non è
servito a nulla, come vedete, tutto il vostro atto di contrizione, tutti i
santini che avete baciato e tutti i riti esorcistici a cui avete partecipato.
Dopo la sequela di abiure, condanne, dichiarazioni frementi di antifascismo da
parte vostra, l’accusa di fascismo nei vostri confronti prosegue inalterata.
Non avete capito che le vostre parole non basteranno mai perché a decidere che
siete comunque fascisti non sono le vostre dichiarazioni ma le loro
attestazioni. E’ in mano a loro la sentenza, voi non potete far nulla. Perciò,
smettetela di stare al loro gioco, tacete sul tema, rifiutatevi di replicare,
di giustificarvi, di sostenere gli esami, ribellatevi alla camorra
pseudo-intellettuale di sinistra e alla loro malafede, lasciateli parlare. Che
si fottano; non hanno titoli per giudicare. Sarete giudicati dagli italiani per
quel che fate e farete al governo e non per la vostra irrilevante opinione sul
fascismo.
https://www.marcelloveneziani.com/articoli/quando-ci-sara-la-vera-liberazione-dal-fascismo/
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La Verità – 24 aprile 2024
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