NEL PARLAMENTO EUROPEO RIPARTE LA CORSA ALL’ABORTO
Manca meno di una settimana, l’11 aprile per l’esattezza, e il Parlamento Europeo voterà una mozione in cui si richiede di inserire l’interruzione volontaria di gravidanza nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
L’aborto viene presentato come “valore
comune” di tutti gli Stati membri e, quindi, in quanto tale, come valore
fondamentale.
Se
percorriamo anche solo fugacemente la storia della legalizzazione dell’aborto,
tutti ricordiamo che era stato presentato come una sorta di “dolorosa
necessità”, cui ricorrere in particolari casi disperati, come violenza sessuale
o condizioni di indigenza estreme o malattie della gestante, e per porre fine
alla criminosa e clandestina attività delle “mammane”.
Oggi, a
distanza di pochi decenni, la soppressione volontaria di una vita innocente e
senza difesa alcuna, viene esaltata come un’azione talmente nobile e civile da
dover essere annoverata fra i “diritti fondamentali” degli Stati dell’U.E.!
Spero che ci rendiamo conto di che cosa stiamo parlando: l’omicidio di un bambino (Papa Francesco così l’ha definito con
inequivocabile chiarezza) è un valore da tutelare come un bene fondamentale,
intoccabile, da difendere ad ogni costo!
E tutto
ciò sta accadendo nel silenzio mediatico più assoluto, con l’evidente volontà
di mettere tutto nelle
mani dei burocrati europei, saltando a piè pari la sensibilità e la
storia dei popoli di cui l’Europa è fatta.
Pur
sapendo che una dichiarazione del genere non ha giuridicamente valore
vincolante per i singoli Stati membri – ricordiamo che i Trattati dell’U.E.
prevedono che temi eticamente sensibili sono di competenza esclusiva di ogni
Stato – è fuori di dubbio che sul piano culturale e sociale l’impatto
è enorme: chiunque volesse esprimere un’opinione contraria all’aborto, diviene
automaticamente un violento reazionario che si scaglia – nientemeno – contro la
Carta dei Diritti Fondamentali!
L’Europa sta percorrendo una china terribile, che conduce verso l’”abisso della desolazione”, ove la vita umana diventa bene commerciale, manipolabile e violabile a piacimento. L’ideologia disumana e antiumana della negazione della vita sta avanzando, apparentemente senza incontrare ostacoli. L’apostasia rispetto al comandamento “non uccidere” – norma tanto religiosa, quanto laica (non dimentichiamo che nel 2007 la moratoria ONU sulla pena di morte prese le mosse proprio da questa dichiarazione!) – procede avvelenando cuore e mente di tante persone, a partire dalle nuove generazioni, educate all’indifferenza di fronte ad atti che annientano la vita.
E’
proprio di ieri la notizia che la Commissione Tecnica del Comune di Milano preposta alla collocazione
delle opere d’arte ha vietato l’esposizione al centro di una pubblica piazza di
una statua raffigurante un mamma con il suo “pancione”, commovente e naturale
immagine della maternità. Motivazione? Perché si tratta di un valore
“divisivo”, non da tutti condiviso! Fra pochi giorni, gli ideologi di turno ci
aggiungeranno che è inaccettabile quella “strana figura”, perché rappresenta
qualcosa che va contro un diritto fissato nella Carta Europea dei Diritti
Fondamentali!
Che fare? Dobbiamo fuggire la rassegnazione, mettere in campo ogni iniziativa che protegga la vita, del bimbo e della mamma, finanziare il “diritto a portare a termine la gravidanza” … e non dimenticare che fra due mesi si vota per il nuovo Parlamento Europeo: votiamo candidati, leali e onesti, che pongano al primo posto la difesa della vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Siamo stanchi di burocrati che hanno svenduto anima, cuore e mente alle follie ideologiche.
Tratto da Da Parigi a tutta l'Ue: così riparte la corsa all'aborto (familyday.info)
Pubblicato da familyday per gentile concessione del quotidiano “La Verità”
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