martedì 6 marzo 2012

PREGHIERA PER DALLA


di Camillo Langone
Tratto da Il Foglio del 2 marzo 2012
Seppellitelo con uno dei tabarri che gli piacevano tanto.
Quindici giorni fa, Sandro Zara del Tabarrificio Veneto mi ha detto che il suo principale cliente era proprio Lucio Dalla: ne comprava tanti, sia per indossarli che per farne dono, sicuro di rimanere impresso più di chi fa regali qualunque.
Seppellitelo con il suo rosario fra le mani, lui che i miei amici vedevano sempre a messa, a San Domenico la domenica sera oppure ai Celestini la mattina, o alle Tremiti d’estate (il rosario che gli aveva dato la mamma quando era partito con gli scout, mi raccontò).
Seppellitelo con un modellino di Bologna, tipo San Petronio nelle pale d’altare, per quel suo verso, “nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino”, che mi ha fatto capire la città medievale ergo cristiana, insomma la città per gli uomini e non per le macchine o per gli architetti, molto prima che incontrassi i libri di Pierluigi Cervellati e Marco Romano (un verso che andrebbe scritto a caratteri cubitali in ogni aula universitaria dove si insegna urbanistica).
Seppellitelo piangendo tutte le lacrime del caso, perché un uomo a così tante dimensioni può risorgere ma non può rinascere.

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