Tracce dedicò la copertina del numero di febbraio
Carissimo Quadrelli, quanto mi dici sul nichilismo presente, mi trova perfettamente consenziente.
Non è più il nichilismo tragico di cui forse si potevano trovare le ultime tracce nel terrorismo. Questo nichilismo doveva portare a una soluzione rivoluzionaria più o meno confusamente intravista o meglio confusamente ricordata; un qualche elemento di rabbia c’era ancora e questo gli conferiva una sembianza lontanamente umana.
Ma il nichilismo oggi corrente è il nichilismo gaio, nei due sensi che è senza inquietudine (forse si potrebbe addirittura definirlo per la soppressione dell’inquietum cor meum agostiniano) e che ha il suo simbolo nell’omosessualità (si può infatti dire che intende sempre l’amore omosessualmente, anche quando mantiene il rapporto uomo-donna).
Non per nulla trova i suoi rappresentanti in ex-cattolici, corteggiati ancora da cattolici che riconoscono in loro qualcosa che trovano sul loro fondo.
Tale nichilismo è esattamente la riduzione di ogni valore a “valore di scambio”; l’esito borghese massimo, nel peggiore dei sensi, del processo che comincia con
Con viva amicizia,
tuo Augusto Del Noce
Roma, 8 gennaio 1984
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