lunedì 19 marzo 2012

FARE IL CRISTIANESIMO NEL WEB


di Don Gabriele Mangiarotti
Tratto dal sito Cultura Cattolica.it il 18 marzo 2012

Ovunque volgiamo il nostro sguardo, quello che si nota con maggiore frequenza è la capacità pervasiva dei mezzi di comunicazione, tale che sembra sempre più diffondersi un tipo di pensiero non cristiano (e questo accade purtroppo anche per tanti che si dicono cristiani, come abbiamo mostrato a proposito, per esempio, di Enzo Bianchi e come su La Bussola Quotidiana ricorda il professor Livi).

Con il sito CulturaCattolica. it abbiamo documentato molte volte questa situazione drammatica, che ci ha fatto spesso parlare di “guerra” contro la fede, la cultura cattolica e la presenza della Chiesa nella società.

L’ultimo attacco, in ordine di tempo (ma su questo argomento siamo certi che non è possibile stare dietro a tutte le notizie) è la sentenza della Corte di Cassazione a proposito dei diritti alle coppie gay.

Riporto il lucido intervento del vescovo di San Marino-Montefeltro, monsignor Luigi Negri, che mette in chiaro i termini della questione.


«E’ una ferita mortale alla Costituzione, viene demolito ciò su cui la civiltà poggia da millenni. E’ una contraddizione logica e giuridica. Come può esserci vita familiare senza famiglia?». E’ profondamente turbato monsignor Luigi Negri, vescovo ciellino di San Marino-Montefeltro, commissario Cei per la Dottrina della fede e presidente della fondazione Giovanni Paolo II per il magistero sociale della Chiesa. In cosa la Cassazione sbaglia? «E’ l’impostazione relativistica di chi confonde cose distinte. Si unifica tutto a livello neutrale ed è gravissimo che venga creata una figura inesistente nella Costituzione: la famiglia gay. L’amore di un uomo e una donna è il fondamento della vita umana, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Equiparare le unioni gay al matrimonio va contro valori basilari dell’umanità. La famiglia, cellula fondamentale di ogni società, è un bene troppo prezioso per esporla al rischio di pronunciamenti distruttivi e contrari all’etica».

Una coppia gay non può avere vita familiare? «E’ mistificatorio giocare con le parole. Come per il matrimonio tra omosessuali, anche per la famiglia gay si prendono i termini e si svuotano del loro significato reale. Questa sentenza scardina quanto di più necessario occorra alla società per non precipitare nel caos. E’ una pericolosa minaccia alla dignità umana e al futuro stesso dell’umanità. A pagare il prezzo più alto saranno i giovani. La famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna non è una convenzione sociale». (Intervista di Giacomo Galeazzi su La Stampa di venerdì 16 marzo 2012)

Ora però ci chiediamo: “che fare?”
Cattedrale di Chartres

Ricordiamo quello che diceva il grande Péguy: “Questo mondo moderno non è solamente un mondo di cattivo cristianesimo, questo non sarebbe nulla, ma un mondo incristiano, scristianizzato. Ciò che è precisamente il disastro è che le nostre stesse miserie non sono più cristiane. C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a gemere ed interpellare la cattiveria dei tempi. Egli taglia corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise a incriminare, ad accusare qualcuno. Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo. [Charles Péguy, Veronique].



Fare il cristianesimo. Che cosa significa? Quali sono le caratteristiche della presenza cristiana oggi nel mondo? Ricordiamo questi due principi fondamentali: - l’unità visibilmente espressa dei cristiani;
- il nesso con l’autorità della Chiesa.

Se questi sono i fondamenti, bisogna però rimboccarsi le maniche per impedire che il veleno del mondo ci contagi. L’antidoto al veleno c’è, ma viene spesso reso innocuo dal grave problema della comunicazione oggi.

“Fare il cristianesimo” significa anche questo: rendere possibile l’incontro con ogni giudizio che nasce dalla fede (Giovanni Paolo II diceva che se la fede non diventa cultura non è vissuta né pensata né accolta) e qui si colloca il grave e affascinante compito di chi usa i moderni mezzi della comunicazione.

La rete può fare quel servizio che rende più inoffensivo o meno offensivo il veleno del mondo. Basta saperla usare, secondo la sua dinamica specifica e originaria. E’ rete, trama di rapporti, suggerimento di siti, scambio di notizie: una relazione che mette insieme quelli che una volta si chiamavano gli “uomini di buona volontà”.

Guai a chi pensa che i propri visitatori vadano “tenuti” senza nessi, come in un recinto che non deve essere travalicato! Bisogna invece trovare il modo affinché crescano lo scambio e la comunicazione tra le realtà positive.

Quando gli oratori si concepivano come ambito “esauriente” della vita del giovane, il più delle volte, di fronte a momenti di crisi, perdevano la capacità di “tenere” e guidare i ragazzi.

Riporto qui quanto diceva, anni fa, Don Giussani ai sacerdoti della Romagna: «Così come, se c’è un ragazzo che viene a scuola da me e non mi ascolta, perché gli sono antipatico, e a scuola di religione si tura le orecchie o studia latino (e io non ci posso far niente, perché, poniamo, finirei per inimicarmelo del tutto, e allora, un po’ discretamente, cerco di non farci caso), però ha in simpatia il vicario della sua parrocchia, va alla sua parrocchia, fa la Comunione alla sua parrocchia, va all’associazione della sua parrocchia e non aderisce al movimento cristiano che cerco di fare nella mia scuola, io dirò: «Meno male che va là». È la stessa cosa! L’umiliazione più grande di chi cerca di lavorare per il Regno di Dio, che è uno, di chi cerca di lavorare per il suo Vescovo (perché la Chiesa è nel Vescovo e stop), l’umiliazione più grande è quella di essere considerato dai propri confratelli un transfuga o un «sovvertitore di», oppure un individuo che tende a fare il suo proprio mondo e basta. Invece è lo stesso identico gesto! [Appunti da un intervento di Luigi Giussani su Gioventù Studentesca. Reggio Emilia, 1964]».

La gelosia o l’invidia tra i siti cattolici non solo è infondata e senza senso, è infeconda!

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