martedì 5 dicembre 2017

I FANTASMI DI WASHINGTON


Un anno dopo l'elezione di Trump la scena è la seguente: i democratici continuano a giocare alla guerra di spie, e The Donald porta a casa la più grande riforma fiscale dagli anni di Reagan. Piaccia o meno, questo è il punto sul quale l'analisi politica deve concentrarsi.

Intorno si agitano il teatro di fantasmi dello Stato Ombra di Washington, il grande gioco di fumo e specchi dell'Fbi e della Cia, le bugie, le omissioni e la partigianeria autolesionista del sistema dei mainstream media, la crisi del Partito democratico, l'asilo infantile del piccolo establishment del Partito repubblicano, le università a una dimensione, l'ipocrisia liberal della bulimia monopolista da utili e cassa all'estero della Silicon Valley, la divisione profonda dell'America lasciata in eredità da Obama, gli errori enormi della politica estera del presidente Premio Nobel per la Pace. 

Alla fine però tutto torna, la Costituzione americana riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle, la forza della Casa Bianca si impone nonostante un Presidente sopra e sotto le righe, il Congresso diventa improvvisamente realista, la Federal Reserve trova un successore che è nella continuità e autonomia della banca centrale, Wall Street compra, vende e incassa, i grattacieli di New York restano un'eccezione, il ranch è il cuore del paese, il ritmo e la lingua sono sempre quelli di Herman Melville, l'America. 

Una fonte parlamentare  una persona seria, lontanissima da Trump e dai repubblicani, dopo un viaggio a Washington, pochi giorni fa, in una di quelle chiacchierate freestyle dove di solito viene fuori una notizia, ha detto: "Quello che dipingono qui in Italia e in Europa sull'America e Trump è completamente falso". 

Welcome on board. Mai scambiare i desideri per la realtà. 
da LIST di MARIO SECHI 


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