TUTTO È BENE CIÒ CHE FINISCE BENE.
PER
TUTTO IL RESTO C'È LA LEGGE.
Pubblicato
da Berlicche
La signora si asciugò una lacrima.
“Dottore, guardi, abbiamo fatto di tutto. E’ in questa condizione da troppo
tempo. Non è una vita degna di essere vissuta.”
Il dottore annuì comprensivo, e passò una scatola di fazzoletti di carta alla donna seduta davanti a lei. Eccezionali questi trucchi per gli occhi al giorno d’oggi, pensò. Riesce a piangere senza neanche sbavarli. “Capisco, capisco” disse. “Ma è un passo grave, da cui non si torna indietro. Sua figlia…”
“Figliastra.”
“Sì, certo, figliastra, è una ragazza ancora giovane, dal cuore forte, come dice il referto. Non è in stato terminale.”
La donna scosse la testa. “Ma ormai abbiamo perso ogni speranza che torni a vivere. Il suo cervello è danneggiato irreparabilmente.”
Il dottore annuì comprensivo, e passò una scatola di fazzoletti di carta alla donna seduta davanti a lei. Eccezionali questi trucchi per gli occhi al giorno d’oggi, pensò. Riesce a piangere senza neanche sbavarli. “Capisco, capisco” disse. “Ma è un passo grave, da cui non si torna indietro. Sua figlia…”
“Figliastra.”
“Sì, certo, figliastra, è una ragazza ancora giovane, dal cuore forte, come dice il referto. Non è in stato terminale.”
La donna scosse la testa. “Ma ormai abbiamo perso ogni speranza che torni a vivere. Il suo cervello è danneggiato irreparabilmente.”
Il medico scorse la cartella clinica. “Che sfortunato accidente. Soffocata da
un pezzo di cibo. Il cervello è rimasto senza ossigeno per troppo tempo, è
entrata in coma ed è così da allora. Una ragazza così bella…”
La sua matrigna sussultò e digrignò i denti, ma il dottore non se ne avvide. Stava
guardando le fotografie. “Poveretta. Che carnagione pallida e malata.”
La donna agitò la mano. “Oh, è sempre stata di pelle molto chiara, anche prima
dell’incidente. Ma torniamo a noi. Lei capisce la mia sofferenza, come unica
tutrice legale della ragazza dopo la morte di suo padre. Così ho preso la
decisione migliore per lei: la sospensione del sostegno vitale.”
Il dottore strinse le labbra. “Non posso dire di essere molto d’accordo. La
ragazza non ha alcuna patologia. il sostegno vitale è solo cibo e acqua.
Toglierglielo equivale a condannarla ad una morte lenta ed atroce.”
“Oh, non abbastanza atroce. C’è di peggio, voglio dire” si corresse la donna.”E
poi proprio il suo essere una ragazza non così brutta, immobile in un letto, è
causa di enormi preoccupazioni per me. Si figuri che l’altro giorno un maniaco
l’ha assaltata sessualmente”.
“E’ orribile!” disse il dottore. “Violenza su una donna indifesa!”
“Assolutamente. Voleva baciarla a tutti i costi. Naturalmente l’ho fatto
arrestare, e sarà processato per direttissima. Ma questo episodio
non fa che confermarmi nella mia decisione. Voglio che le sia sospesa
l’alimentazione e l’idratazione.”
“Il mio parere medico…” cominciò l’uomo.
“Non mi importa molto del suo parere”, lo tranciò la signora. “La legge dice
che deve comunque rispettare la volontà del paziente, cioè la mia. Non ha
scelta.”
Il dottore sospirò. “E’ vero, è la legge, Ma è un peccato.”
“Oh, sono d’accordo con lei. Questa legge però è esattamente quello che
serviva per porre fine a tante immotivate esistenze. La mia Bianca, così
generosa e altruista, non è più che un cadavere caldo, ohimé. Guardi però, darò
il mio consenso per il prelievo degli organi. Che il suo cuore almeno serva ad
aiutare altre persone, ed il suo sacrificio non sarà vano.”
“E’ molto generosa, signora…signora?”
“Mi chiami Grimilde”, disse la donna.
“Va bene, signora Grimilde, il supporto vitale sarà levato oggi stesso. Tutto
dovrebbe essere finito abbastanza in fretta. Non ci sarà neanche bisogno di
sedarla, visto che è in coma profondo.” Scosse la testa. “Tutto per una mela
andata per traverso. Che tragedia. Come sarebbe bello se si svegliasse…”
Grimilde era già in piedi, accanto alla porta, che si aggiustava l’acconciatura
guardandosi in uno specchio. “Sì, ma questa è la realtà. C’è la parte buona e
la cattiva, e non si può vivere per sempre felici e contenti. Mica siamo in una
favola…”
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