mercoledì 6 dicembre 2017

LIBERI MA NON UGUALI


Il nuovo partito di sinistra,capeggiato dal Presidente del Senato Grasso,è stato denominato “Liberi e Uguali”.

Se la parola  “liberi”, in una nuova aggregazione di piccoli partiti di ispirazione marxista che non hanno mai rinnegato il comunismo, può essere considerata un passo avanti rispetto al passato, la parola “uguali” un po’ ci allarma e, francamente, ci sembra una minaccia.

Appare, infatti, come un programma culturale e sociale che punta alla massificazione e alla omologazione delle persone. Richiama la vecchia ideologia comunista che pretendeva di rendere  uguali, con le buone o con le cattive, tutti gli uomini.

Un altro nome, per esempio “liberi e uniti”,  avrebbe potuto caratterizzare meglio un partito nuovo. La parola “uguali” esprime invece un desiderio che non condividiamo e che, alla fine, riduce il peso della parola “liberi”.

Le persone sono tutte caratterizzate da una pari dignità innata, ma anche da una grande diversità che occorre riconoscere positivamente e valorizzare. Il bene comune è il bene di ciascuno che diventa poi un bene per tutti. Così si esprimeva la “Gaudium et Spes”:

“Il bene comune è l’insieme di quelle condizioni di vita sociale che consentono e facilitano agli esseri umani,alle famiglie e alle loro associazioni il conseguimento più pieno della loro perfezione.”

Non desideriamo diventare tutti uguali, ma desideriamo che  ogni persona sia valorizzata per quello che è e per quello che può dare.

Per  “IL CROCEVIA”
Arturo Alberti
Tommaso Marcatelli

5 dicembre 2017

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