sabato 6 gennaio 2018

UNA NUOVA “IDEA” PER L’ITALIA

GAETANO QUAGLIARIELLO 

Ieri si chiuso l’accordo tra Udc e Noi con l’Italia e oggi l’annuncio dell’intesa con il suo movimento, Idea. Come si è arrivati a questo risultato?

Noi abbiamo sempre detto una cosa: la cosiddetta ‘quarta gamba’ avrebbe dovuto preservare l’autonomia di ogni singola componente, dando un riferimento a quegli elettori delle liste civiche, cristiani, liberali e conservatori, che non si riconoscevano nei partiti tradizionali di centrodestra. All’inizio, purtroppo, l’impostazione prevalsa non è stata questa ma, piuttosto, quella della creazione di un nuovo soggetto politico, cosa auspicabile ma non scontata, che andrebbe costruita con serietà e pazienza. Ora, invece, si è affermata un’impostazione diversa di tipo federativo. Idea, quindi, può entrarci con la sua autonomia. Su questa base ci siamo.
Cosa è cambiato rispetto alle scorse settimane?

Noi con l’Italia aveva dato vita ad un vero e proprio partito, stilando anche un organigramma. Quella che nasce oggi è, invece, una cosa completamente differente che può puntare a superare di gran lunga il 4% e che consente alle varie componenti di preservare la loro autonomia.
Esattamente lo schema che avevo proposto inizialmente e sul quale si è creata l’incomprensione. Oggi l’incomprensione è superata.

Nei prossimi giorni sarà convocato il tavolo del centrodestra. Accanto a Berlusconi, Salvini e Meloni siederete anche voi?

Io credo sia un bene che questa componete ci sia. Penso anche che sia nell’interesse di quelli che oggi sono più distanti avere una forza che renda la coalizione autonoma e che dia al centrodestra la possibilità di governare da solo. Ovviamente queste garanzie devono essere ricercate in un tavolo comune. Se il centrodestra sarà autonomo dal punto di vista dei numeri anche le possibilità che si creino strane alleanze e governi di larghe intese saranno oggettivamente scongiurate.

Quale sarà il contributo di Idea nella definizione del programma elettorale?

La nostra identità non è lavorare alla “cosa centrista”, ma realizzare una “cosa da ventunesimo secolo”, legata ai temi della contemporaneità – dall’immigrazione alla bioetica – avendo come riferimento l’esperienza inclusiva del PDL.
Noi abbiamo disegni di legge già pronti sui temi bio-etici, sulla condizione giovanile, la ricostruzione nelle zone terremotate, la tutela dei risparmiatori, il rapporto tra Bankitalia e la Consob. E ancora, la riforma fiscale (flat tax), la legge sull’equo compenso e sui lavori usuranti. Non stiamo parlando di idee astratte ma di progetti di legge predisposti e che possono entrare come priorità in un Consiglio dei Ministri. Ovviamente si tratta di proposte che, prima di tutto, condivideremo con la nostra componete ma che poi porteremo al tavolo del centrodestra, magari proprio a partire dal prossimo incontro.
Come costituzionalista non credo che si possa parlare di grande riforma costituzionale, tuttavia, sono convinto che si possano comunque realizzare alcuni interventi importanti, sia per migliorare il bicameralismo, rendendolo più moderno e meno farraginoso, che nel rapporto tra Stato e Regioni in favore di una visione sussidiaria dello Stato e della valorizzazione dei corpi intermedi. Non parlerei però, fosse anche per scaramanzia, di grande riforma.

Tra le richieste avanzate dal leader del Carroccio c’è anche quella di sottoscrivere un ‘patto anti inciucio’.

Io credo che il vincolo di mandato sia contrario alle logiche della democrazia parlamentare. D’altra parte, però, un patto ‘anti-renzismo’ Idea lo ha già firmato con i fatti quando tutti si affannavano a salire sul carro del vincitore. Credo che per noi, e per la nostra volontà di non avere nulla a che fare con il renzismo, parli la storia di questi due anni e mezzo.

Tratto in parte da Formiche.net e da una intervista a Quagliarello dalla Gazzetta del Mezzogiorno

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