GAETANO QUAGLIARIELLO
Ieri si chiuso l’accordo tra Udc e Noi con l’Italia e oggi l’annuncio
dell’intesa con il suo movimento, Idea. Come si è arrivati a questo risultato?
Noi abbiamo
sempre detto una cosa: la cosiddetta
‘quarta gamba’ avrebbe dovuto preservare l’autonomia di ogni singola
componente, dando un riferimento a quegli elettori delle liste civiche,
cristiani, liberali e conservatori, che non si riconoscevano nei partiti
tradizionali di centrodestra. All’inizio, purtroppo, l’impostazione
prevalsa non è stata questa ma, piuttosto, quella della creazione di un nuovo
soggetto politico, cosa auspicabile ma non scontata, che andrebbe costruita con
serietà e pazienza. Ora, invece, si è affermata un’impostazione diversa di tipo
federativo. Idea, quindi, può entrarci con la sua autonomia. Su questa base ci
siamo.
Cosa è cambiato rispetto alle scorse settimane?
Noi con l’Italia aveva dato vita ad un vero e
proprio partito, stilando anche un organigramma. Quella che nasce oggi è,
invece, una cosa completamente differente che può puntare a superare di gran
lunga il 4% e che consente alle varie componenti di preservare la loro
autonomia.
Esattamente lo schema che avevo proposto inizialmente e sul quale si è
creata l’incomprensione. Oggi l’incomprensione è superata.
Nei prossimi giorni sarà convocato il tavolo del centrodestra. Accanto a
Berlusconi, Salvini e Meloni siederete anche voi?
Io credo sia un bene che questa componete ci sia. Penso anche che sia
nell’interesse di quelli che oggi sono più distanti avere una forza che renda
la coalizione autonoma e che dia al centrodestra la possibilità di governare da
solo. Ovviamente queste garanzie devono essere ricercate in un tavolo comune.
Se il centrodestra sarà autonomo dal punto di vista dei numeri anche le
possibilità che si creino strane alleanze e governi di larghe intese saranno
oggettivamente scongiurate.
Quale sarà il contributo di Idea nella definizione del programma
elettorale?
La nostra identità non è lavorare
alla “cosa centrista”, ma realizzare una “cosa da ventunesimo secolo”, legata ai temi della
contemporaneità – dall’immigrazione alla bioetica – avendo come riferimento l’esperienza
inclusiva del PDL.
Noi abbiamo disegni di legge già pronti
sui temi bio-etici, sulla condizione giovanile, la ricostruzione nelle zone
terremotate, la tutela dei risparmiatori, il rapporto tra Bankitalia e la
Consob. E ancora, la riforma fiscale
(flat tax), la legge sull’equo compenso e sui lavori usuranti. Non stiamo
parlando di idee astratte ma di progetti
di legge predisposti e che possono entrare come priorità in un Consiglio
dei Ministri. Ovviamente si tratta di proposte che, prima di tutto,
condivideremo con la nostra componete ma che poi porteremo al tavolo del
centrodestra, magari proprio a partire dal prossimo incontro.
Come costituzionalista non credo che si possa parlare di grande riforma costituzionale,
tuttavia, sono convinto che si possano comunque realizzare alcuni interventi
importanti, sia per migliorare il bicameralismo, rendendolo più moderno e meno
farraginoso, che nel rapporto tra Stato e Regioni in favore di una visione sussidiaria dello Stato e della valorizzazione
dei corpi intermedi. Non parlerei però, fosse anche per scaramanzia, di
grande riforma.
Tra le richieste avanzate dal leader del Carroccio c’è anche quella di
sottoscrivere un ‘patto anti inciucio’.
Io credo che
il vincolo di mandato sia contrario alle logiche della democrazia parlamentare.
D’altra parte, però, un patto
‘anti-renzismo’ Idea lo ha già firmato con i fatti quando tutti si affannavano
a salire sul carro del vincitore. Credo che per noi, e per la nostra
volontà di non avere nulla a che fare con il renzismo, parli la storia di
questi due anni e mezzo.
Tratto in parte da Formiche.net e da una
intervista a Quagliarello dalla Gazzetta del Mezzogiorno
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