“Nessun americano – che sia una suora, un infermiere,
un pasticcere o un imprenditore – dovrebbe essere costretto a scegliere tra i
princìpi della sua fede e l’ubbidienza alla legge”. Sono le parole del
presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nell'istituzione
della giornata commemorativa della libertà religiosa il 16 di gennaio.
Il fatto è sicuramente significativo per due ragioni: la prima è che per otto anni
l’amministrazione Obama ha varato leggi contrarie al credo di parte della
popolazione recando sofferenza e alimentato la paura di fronte a coloro che
sono stati multati, discriminati o licenziati per essersi rifiutati di
disobbedire alla propria coscienza (basti pensare cosa hanno patito le Little sister
of poor, la Hobby
Lobby o le decine di fioristi, panettieri e fotografi a causa della
legge). Anni in cui cattolici, protestanti e persone di
buona volontà hanno cercato di resistere ad una delle amministrazioni
democratiche più radicali della storia, rischiando di vedersi definitivamente
privati di ogni libertà da una vittoria della sinistra di Hillary Clinton.
Come aveva promesso in campagna elettorale, Trump ha cercato di arginare la deriva. E non
solo lo ha fatto con una velocità e una costanza inaspettate ma ha
cercato anche di ingaggiare una battaglia teorica e legislativa
d'attacco, abolendo alcune leggi contrarie alla libertà di pensiero
approvate da Obama. Infatti, ha continuato il presidente, chi non ha
“riconosciuto l’importanza della libertà religiosa, minacciando conseguenze
fiscali per alcune forme di espressione religiosa” ha obbligato “le persone a
rispettare delle leggi che violano le loro convinzioni religiose (…) perciò
subito dopo il mio insediamento, ho fatto fronte a queste problematiche tramite
un ordine esecutivo necessario a garantire che gli americani riescano ad
obbedire alle loro coscienze senza interferenze ingiuste da parte del
governo”. Motivo per cui “il Dipartimento di Giustizia ha dato delle direttive
alle agenzie federali sull’adeguamento alle leggi protettive della libertà
religiosa”.
Ma perché la libertà religiosa è così fondamentale? Secondo il presidente americano,
“i nostri padri pellegrini, cercando rifugio dalla persecuzione religiosa,
credevano nell’eterna verità per cui la libertà non è un dono elargito dal
governo, ma un diritto sacro elargito da Dio Onnipotente”. Dunque, “la nostra
Costituzione e le nostre leggi garantiscono agli americani il diritto non solo
a credere a ciò in cui credono, ma di professare liberamente la loro
religione”. Anche per questo, l’America continuerà a condannare e a “combattere
l’estremismo, il terrorismo e la violenza contro i credenti, compreso il
genocidio attuato dallo Stato islamico in Iraq e in Siria contro gli
yazidi, i cristiani e i musulmani sciiti. Non ci stancheremo di continuare nel
nostro impegno a monitorare la persecuzione religiosa e ad attuare
politiche che promuovano la libertà religiosa”.
In poche parole il presidente degli Stati Uniti ha sancito il
primato del diritto naturale, della società e quindi della persona rispetto
allo Stato,
chiarendo che solo tutelando il suo diritto primario della libertà
religiosa si può pensare ad un governo a servizio dei cittadini e non
viceversa. Senza un tale baluardo la persona non ha infatti difese, come anche
la Chiesa ha sempre sostenuto. Fa ancora pensare, immaginando a cosa sarebbe accaduto
ai credenti nel caso in cui le elezioni presidenziali si fossero concluse con
la Clinton alla Casa Bianca, che nonostante ciò tanti cattolici
avevano seri dubbi sulla scelta fra Trump e la Clinton.
Forse anche perché la mentalità mondana è così
pervasiva che molti
di loro non comprendono più quello che Trump ha invece deciso di predicare
senza sosta, ossia che esiste qualcosa di non negoziabile, qualcosa
che non si può eliminare senza pesanti conseguenze su tutto l’impianto sociale.
Per cui, ha concluso il presidente, invitando “tutti
gli americani a commemorare questa giornata con eventi e attività" e
senza vergognarsi delle proprie radici cristiane: “Proclamo il 16 gennaio 2018
come Giornata della libertà religiosa (…) nell’anno duemiladiciotto di nostro
Signore, duecentoquarantaduesimo dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America”.
Da lanuovabussola 18/1/2018
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