SOSTEGNO A SCUOLA
E FORMAZIONE, E UN'OTTICA SUSSIDIARIA
Le parole di Mattarella e le emergenze alle voci "giovani",
"lavoro", "famiglia".
Davide Prosperi*
Nel messaggio di fine anno il presidente Sergio Mattarella ha indicato come
priorità per il Paese le questioni dei giovani e del lavoro. Facendo appello
alle forze politiche affinché, nei programmi elettorali, avanzino su questi
temi proposte realistiche e realizzabili. Raccogliendo tali indicazioni, quali
sono, secondo lei, le ricette realizzabili che le forze politiche dovrebbero
inserire nei programmi per favorire l'occupazione e lo sviluppo?
Occorre investire molto di più sul processo educativo, migliorando il sistema di istruzione: penso alla formazione professionale, a politiche di diritto allo studio e contro l’abbandono scolastico, al sostegno della scuola paritaria che sta svolgendo un ruolo indispensabile insieme alla scuola statale. Inoltre occorre sostenere le startup innovative e offrire incentivi all’occupazione giovanile. È una scommessa che vale più del calcolo dei rischi. Sono tutte cose che all’estero sono praticate da anni e hanno prodotto solo bene, essendo il motore dello sviluppo dell’intera società.
Occorre investire molto di più sul processo educativo, migliorando il sistema di istruzione: penso alla formazione professionale, a politiche di diritto allo studio e contro l’abbandono scolastico, al sostegno della scuola paritaria che sta svolgendo un ruolo indispensabile insieme alla scuola statale. Inoltre occorre sostenere le startup innovative e offrire incentivi all’occupazione giovanile. È una scommessa che vale più del calcolo dei rischi. Sono tutte cose che all’estero sono praticate da anni e hanno prodotto solo bene, essendo il motore dello sviluppo dell’intera società.
Giornata inizio anno 2017 CL Milano |
E come valorizzare la condizione dei
giovani, anche per evitare il distacco delle nuove generazioni dalla
partecipazione alla vita politica e sociale?
Come ha sempre sottolineato don Giussani, servono luoghi che educhino l’io a un rapporto positivo con la realtà. Un giovane deve incontrare adulti che lo guardino con una stima profonda e siano in grado di accendere in lui il fuoco del desiderio di bellezza, verità, giustizia e felicità. Solo partecipando di veri ideali egli potrà percepire l’utilità di un contributo alla vita di tutti, nello studio, nel lavoro, fino alla politica. Per meno di questo si stancherà, lo vedo con i miei figli. Perciò anche in politica c’è bisogno di testimoni: è l’idea di politica come carità di cui ha parlato recentemente papa Francesco. In una situazione di disinteresse generale, di fronte all’astensionismo crescente, qualcuno può cominciare a muoversi e questo può muovere altri, mettendosi insieme. Si sta già vedendo qualche tentativo promosso anche da soggetti di ispirazione cristiana. Non è una questione da addetti ai lavori, perché per un cristiano in tutti gli aspetti del vivere, anche nella politica, è in gioco la natura della fede. Le scadenze elettorali rappresentano un passo per verificare la portata della fede nella vita, come capacità di cogliere i bisogni della gente e di immaginare risposte adeguate ad essi.
Un'altra emergenza, in parte collegata ai temi del giovani e del lavoro, è sicuramente quella della denatalità che colpisce il nostro Paese. Quali misure andrebbero proposte per favorire la formazione di nuove famiglie e le nascite?
La difficoltà a fare famiglia è un segno di quello che papa Francesco chiama "cambiamento d’epoca". «Non metterò mai al mondo un figlio. Con che coraggio condanno un altro poveretto all’infelicità?», ha dichiarato un giovane a una cena. Si tratta di una crisi antropologica, che nessuna riforma o legge potrà risolvere, perché affonda nell’autocoscienza di ciascuno e in una mancata educazione ideale della persona. Perciò, le politiche pubbliche dovrebbero rimuovere gli ostacoli che impediscono a tanti giovani di mettere su famiglia e che scoraggiano chi vorrebbe avere figli: penso, per esempio, a una politica tributaria meno gravosa, alla conciliazione tra lavoro e incombenze familiari, a sussidi adeguati alle famiglie numerose, a servizi di cura più accessibili e a una maggiore attenzione nelle politiche sulla casa. La famiglia è un bene essenziale per la società, ma ha bisogno di essere protetta. In termini positivi, ogni intervento pubblico non dovrebbe prescindere – in un’ottica sussidiaria – dalle iniziative di persone e realtà sociali che dal basso costruiscono risposte ai problemi.
(da Avvenire, 7 gennaio 2018)
*Vicepresidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
Come ha sempre sottolineato don Giussani, servono luoghi che educhino l’io a un rapporto positivo con la realtà. Un giovane deve incontrare adulti che lo guardino con una stima profonda e siano in grado di accendere in lui il fuoco del desiderio di bellezza, verità, giustizia e felicità. Solo partecipando di veri ideali egli potrà percepire l’utilità di un contributo alla vita di tutti, nello studio, nel lavoro, fino alla politica. Per meno di questo si stancherà, lo vedo con i miei figli. Perciò anche in politica c’è bisogno di testimoni: è l’idea di politica come carità di cui ha parlato recentemente papa Francesco. In una situazione di disinteresse generale, di fronte all’astensionismo crescente, qualcuno può cominciare a muoversi e questo può muovere altri, mettendosi insieme. Si sta già vedendo qualche tentativo promosso anche da soggetti di ispirazione cristiana. Non è una questione da addetti ai lavori, perché per un cristiano in tutti gli aspetti del vivere, anche nella politica, è in gioco la natura della fede. Le scadenze elettorali rappresentano un passo per verificare la portata della fede nella vita, come capacità di cogliere i bisogni della gente e di immaginare risposte adeguate ad essi.
Un'altra emergenza, in parte collegata ai temi del giovani e del lavoro, è sicuramente quella della denatalità che colpisce il nostro Paese. Quali misure andrebbero proposte per favorire la formazione di nuove famiglie e le nascite?
La difficoltà a fare famiglia è un segno di quello che papa Francesco chiama "cambiamento d’epoca". «Non metterò mai al mondo un figlio. Con che coraggio condanno un altro poveretto all’infelicità?», ha dichiarato un giovane a una cena. Si tratta di una crisi antropologica, che nessuna riforma o legge potrà risolvere, perché affonda nell’autocoscienza di ciascuno e in una mancata educazione ideale della persona. Perciò, le politiche pubbliche dovrebbero rimuovere gli ostacoli che impediscono a tanti giovani di mettere su famiglia e che scoraggiano chi vorrebbe avere figli: penso, per esempio, a una politica tributaria meno gravosa, alla conciliazione tra lavoro e incombenze familiari, a sussidi adeguati alle famiglie numerose, a servizi di cura più accessibili e a una maggiore attenzione nelle politiche sulla casa. La famiglia è un bene essenziale per la società, ma ha bisogno di essere protetta. In termini positivi, ogni intervento pubblico non dovrebbe prescindere – in un’ottica sussidiaria – dalle iniziative di persone e realtà sociali che dal basso costruiscono risposte ai problemi.
(da Avvenire, 7 gennaio 2018)
*Vicepresidente della Fraternità di Comunione e Liberazione
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