La nomina a cardinale dell’arcivescovo emerito di Pamplona, Fernando
Sebastián Aguilar, 84 anni, della Missione dei Figli del Cuore Immacolato di
Maria. Ma come mai papa Jorge Mario Bergoglio ha voluto far cardinale proprio
lui, unico tra gli spagnoli? Semplicemente perché si considera “suo alunno” a
distanza.
In un’intervista
al quotidiano “Sur” di Málaga, la città dove risiede, il neocardinale ha detto
cose parecchio controcorrente. Richiesto di commentare il famoso “Chi sono io
per giudicare?” di papa Francesco, Sebastián Aguilar ha detto:
“Il papa accentua i gesti di rispetto e di stima a tutte le persone, ma non
tradisce né modifica il magistero tradizionale della Chiesa. Una cosa è
manifestare accoglienza e affetto a una persona omosessuale, un’altra è
giustificare moralmente l’esercizio dell’omosessualità. A una persona posso
dire che ha una deficienza, ma ciò non giustifica che io rinunci a stimarla e
aiutarla. Credo che è questa la posizione del papa”.
E all’intervistatore che gli ha chiesto se per “deficienza” intendeva
l’omosessualità dal punto di vista morale, ha risposto:
“Sì. Molti si lamentano e non lo tollerano, ma con tutto il rispetto dico
che l’omosessualità è una maniera deficiente di manifestare la sessualità,
perché questa ha una struttura e un fine, che è quello della procreazione. Una
omosessualità che non può raggiungere questo fine sbaglia. Questo non è per
niente un oltraggio. Nel nostro corpo abbiamo molte deficienze. Io ho
l’ipertensione. Mi devo arrabbiare perché me lo dicono? È una deficienza che
cerco di correggere come posso. Il segnalare a un omosessuale una deficienza
non è un’offesa, è un aiuto perché molti casi di omosessualità si possono
ricuperare e normalizzare con un trattamento adeguato. Non è offesa, è stima.
Quando una persona ha un difetto, il vero amico è colui che glielo dice”.
Eccolo qui il nuovo corso “rivoluzionario” di papa Francesco. È fatto anche
della nomina a cardinale di questo suo riconosciuto “maestro”.
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