UNA
PROPOSTA A CESENA
Il momento che sta vivendo il nostro paese, questa
nostra meravigliosa terra d’Italia, sembra non trovare protagonisti – persone o
gruppi di persone - in grado di risollevarne le sorti; di trasmettere nel cuore
della gente il desiderio di battersi per quell’ideale di bene comune che per
tanti decenni ha, pur fra mille frangenti negativi, rappresentato il fine per
cui tanta gente comune ha speso la vita. E i risultati ottenuti per diversi
anni, dal dopoguerra in poi, sono sotto gli occhi di tutti.
Da diverso tempo, invece, il popolo non sa da che
parte guardare. E come di fronte a certe malattie, per cui non si trova una
cura, si maledice il destino cinico e crudele, oppure ci si lascia andare senza
reagire, considerando ogni tentativo inutile e privo di speranza. Ma alcuni non
ci stanno e si affidano alla possibilità di un miracolo. Come a pensare e a
credere che, dove la medicina non è in grado di arrivare, possa pervenirvi un
intervento di Dio.
Così, nella tribolata situazione sociale, economica
e culturale dell’Italia dei nostri giorni, sembra non si trovi una via di
uscita, una medicina adeguata. Come se l’uomo, la politica - e anche la
dedizione di tanti uomini e donne che comunque continuano a spendere la vita
per i propri figli, la propria famiglia e per il benessere della nostra nazione
- non fossero in grado, da soli, di fare ricomparire la luce dentro una
situazione pesantissima, per la crisi economica, per l’assenza di lavoro, e
soprattutto per la mancanza di un senso di appartenenza ad un destino comune
dentro questo lembo di terra che ci è stata consegnato.
E
allora, come nelle malattie incurabili, qualcuno avverte in maniera più stringente il bisogno della
mano di Dio. A Medjugorie la Madonna da trent’anni continua a chiedere di
pregare per la pace fra gli uomini, perché gli uomini da soli non ne sono
capaci. Sia chiaro che
ognuno di noi deve fare la sua parte, perché, come scrive S. Agostino, “Dio che ha fatto te senza di te, non
salverà te senza di te”. Ma è pur vero che, come recita il Salmo 127, “Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori”. Come a dire che erigeremmo Torri di
Babele, ma non la città dell’uomo.
E’ questo il motivo per cui alcuni cattolici di
Cesena hanno deciso di proporre alla città di pregare per la Nazione, seguendo
in questo la sollecitudine dell’allora Papa Giovanni Paolo II, che il 15 marzo
1994 scrisse una Preghiera per l’Italia .
La
proposta è quella della recita della Preghiera
per l’Italia e del Rosario il secondo lunedì di ogni mese alle ore 19, presso
la chiesa del Suffragio di Cesena. Prossimi
appuntamenti il 13 gennaio, il 10 febbraio e il 10 marzo e così via. Un momento
aperto a chiunque lo desideri. Un piccolo segno di affidamento della nostra
speranza a chi ci può dare forza e coraggio per continuare ad operare per il
bene di ciascuno di noi e per il bene di tutti.
Arturo Alberti e Franco
Casadei
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