Quello che è nato con la direzione del 20 dicembre, non è il nuovo PD di
Matteo Renzi; piuttosto sarebbe più corretto dire, che è nato finalmente il
Partito Democratico. In questi anni, ci hanno provato in molti ma nessuno è
riuscito nell’intento, perché per costruire un grande partito ci voleva
finalmente uno che non avesse complessi di inferiorità o di colpa nei confronti
di nessuno. Perchè per scrivere una storia nuova, sono indispensabili uomini
nuovi.
Finalmente, le porte del Nazareno hanno visto un po’ di coraggio entrare
dalle finestre !
In questi anni, il PD si è trastullato all’ombra del Quirinale, delle caste
dei giudici e dell’antiberlusconismo fine a se stesso, è stato un partito immobile,
una specie di serraglio fatto di urlatori improvvisati, di giustizialisti della
domenica, di privilegiati di stato, di assistenzialisti,
di sindacalisti bigotti conservatori e
immaturi.
Improvvisamente tutto sembra cambiato,
il partito dei conservatori, delle rendite di posizione, dell’aristocrazia
burocratica, delle caste, e del complesso di inferiorità, soprattutto nei
confronti di Grillo, è diventato il partito del coraggio e della sfrontatezza.
Renzi è convinto di aver saputo
dettare l’agenda politica a tutti, persino a Berlusconi, senza subirla. Un vero
miracolo. Ma attenzione, occorre per prima cosa sconfiggere i conservatori che
sono rimasti sparsi nel partito, in tutte le correnti e in tutte le arie
politiche, soprattutto fra chi oggi si
definisce renziano, magari convertito la notte prima delle elezioni.
Sono quei conservatori, vecchi ma anche giovani, veterocomunisti e
veterodemocristiani, che nascondendosi dietro slogan come la superiorità
morale, hanno snobbato il nostro popolo, hanno bloccato ogni progetto di
riforma civile, economica, sociale, hanno consegnato la sinistra
italiana (e l’Italia) a vent’anni di sconfitte non soltanto politiche ma
soprattutto culturali.
Ma caro Matteo, occorre non soltanto essere bravo, occorre essere molto
esigenti, stare coi piedi per terra: per
rottamare una volta per tutte chi ha paura di decidere, chi sguazza nei
compromessi, negli inciuci, nella politica della conservazione dello status
quo, occorre qualcosa di più dello spirito guascone e di quell’aggressività che
rende simpatici: occorre anche essere democratici
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