UN AVVENIRE ALLA DERIVA
Non è per spirito polemico che riprendiamo e confutiamo – con l’intervento di Roberto
Marchesini - l’editoriale di Avvenire scritto
dalla sociologa Chiara Giaccardi. Il fatto è che questo rappresenta un
ulteriore passo di una strategia che diventa sempre più chiara e che accomuna
il comportamento sul progetto in Italia di unioni civili e l’atteggiamento in
vista del Sinodo del prossimo ottobre sulla famiglia.
Il quotidiano dei vescovi italiani – la cui direzione politica è saldamente in mano all’onnipresente
segretario della CEI monsignor Nunzio Galantino – ha intrapreso già da tempo la
strada della “terza via”.
Durer Apocalisse (part:) |
Su un fronte si dichiara né con gli ideologi del gender né con chi ha deciso di difendere i
propri figli. Così si è smarcato dalla manifestazione di Roma del 20
giugno, continuando a bollare come oltranzisti, teorici del “muro contro muro”
coloro che vi hanno aderito. E anche la Giaccardi non manca di sottolineare
questa terzietà ponendosi a metà tra quelle che definisce “fazioni opposte”,
ritenendo anche coloro che denunciano l'indottrinamento gender nelle scuole e
nella società incapaci di dialogo.
Sull’altro fronte, quello del Sinodo, “scopre” la positività della
questione gender (vedi articolo
della Giaccardi) e valorizza qualsiasi tipo di unione, perché – dice – la
stabilità di un rapporto, il prendersi cura dell’altro, l’amore sono valori
positivi. Dimenticati, evidentemente, tutti i pronunciamenti del Magistero in
materia; dimenticato l’ultimo, grande, discorso di Benedetto XVI alla Curia
Romana (21 dicembre 2012), quando ha definito il gender la più grande sfida
della Chiesa, nonché il tentativo di negare l’uomo e il piano creativo di Dio;
dimenticati anche i ripetuti interventi di papa Francesco, per il quale il
gender è “uno sbaglio della mente umana”.
Sul fronte della proposta di legge Cirinnà invoca dunque una “via italiana” cercando un compromesso
extraparlamentare che salvi l’unicità della famiglia naturale (anche se
monsignor Galantino la chiama erroneamente “costituzionale”) in cambio del
riconoscimento alle unioni omosessuali, considerate un fattore che incrementa
la solidarietà nella società, come ha scritto il direttore di Avvenire Marco
Tarquinio.
Sul fronte sinodale si risolve con un sostegno - dapprima timido, ora più
deciso – alle aperture
“pastorali” molto ben sintetizzate e confutate sul nostro quotidiano dal nostro
padre Enrico Cattaneo (clicca qui).
L’editoriale della Giaccardi è un passo avanti in questo senso: non certo
frutto di un’analisi suggerita dagli eventi recenti, ma passo calcolato in una
strategia che viene da lontano.
La posizione di Avvenire-Galantino è infatti figlia di una
“scuola di pensiero” già profondamente radicata e che, con diverse sfumature, troviamo in
tutta Europa. Comunque basti dire che ciò che il direttore diAvvenire continua
a spacciare come proposta personale, resa necessaria dall’attuale dibattito in
Italia e dalle sentenze della Corte Costituzionale, si trova pari pari in un
lungo saggio pubblicato nel 2008 dalla rivista dei gesuiti Aggiornamenti
Sociali, con tutte le premesse teoriche del caso. Ben prima
dunque delle sentenze della Corte Costituzionale, ben prima della proposta di
legge Cirinnà, ben prima del pontificato di papa Francesco e ovviamente ben
prima del doppio Sinodo sulla famiglia.
Questo saggio – “Riconoscere le unioni
omosessuali? – Un contributo alla discussione” – è firmato dal Gruppo di Studio
sulla Bioetica nato intorno alla rivista dei gesuiti milanesi, di cui fanno
parte al momento della pubblicazione: Carlo Casalone sj, vice-direttore di Aggiornamenti
Sociali; Giacomo Costa sj, caporedattore di Aggiornamenti Sociali; Paolo
Fontana, incaricato per la bioetica dalla diocesi di Milano; Aristide
Fumagalli, professore di Teologia morale nel Seminario arcivescovile di Milano;
Angelo Mattioni, docente ordinario di Diritto costituzionale all’Università
Cattolica di Milano; Mario Picossi, professore associato di Medicina Legale
all’Università dell’Insubria (Va); Massimo Reichlin, professore associato di
Etica della Vita all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
In queste venti pagine scritte sette anni fa già troviamo tutto
l’armamentario ideologico usato oggi sia per promuovere l’omosessualità nella Chiesa sia per
approdare a una legge sulle unioni civili. Ognuno può leggere e verificare (clicca qui). Ognuno può
capire da solo se la posizione del quotidiano della Cei sia espressione di
realismo politico dettato dalla necessità di salvare il bene della famiglia
quando la società punta in direzione opposta, o sia semplicemente un’operazione
perseguita cinicamente nel tempo con una accorta strategia che ha contribuito
alla deriva della nostra società e che ora vuole trasformare anche la dottrina
della Chiesa.
di Riccardo Cascioli
LANUOVABQ
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