Quella che segue è una storia triste, che chi – come il
sottoscritto – ha seguito e vissuto con affetto e passione il Meeting di Rimini
fin dalla prima edizione, non avrebbe mai pensato di dover scrivere; né lo
avrebbe voluto. Perché la storia ci dice che si è arrivati alla censura di un
ordine religioso (fedele alla Chiesa) per acquiescenza a intimidazioni esterne.
Ma andiamo con ordine.
IL CONTESTO
Come ormai è noto da alcuni anni il Meeting di
Rimini – seguendo le indicazioni dei vertici di Comunione e Liberazione
– evita accuratamente di affrontare argomenti che possano creare polemiche o
strumentalizzazioni da parte del mondo laico o anche all’interno della Chiesa;
evita qualsiasi intervento che possa essere etichettato come battaglia
culturale e che possa essere considerata una forma di contrapposizione.
L’obiettivo è invece affrontare quella che viene individuata come la radice del
problema umano. È così che anche quando si mette a tema l’uomo, l’antropologia,
l’io si evitano accuratamente incontri che diano un giudizio su quanto sta
dividendo la società italiana: il gender, la definizione della famiglia, la
vita, e così via. Questo solo per spiegare il contesto in cui si sviluppano i
fatti di questi giorni.
I FATTI
All’interno dei padiglioni
della Fiera di Rimini, oltre alle mostre ufficiali del Meeting, alle sale per gli incontri e agli spazi per gli sponsor, ci sono
in questa settimana molti stand che altrettante associazioni pagano per farsi
conoscere, per incontrare o poter proporre le proprie iniziative ai visitatori
dell'incontro riminese. Tra questi stand da diversi anni spicca la libreria delle Edizioni Studio Domenicano (ESD),
la casa editrice dell’Ordine dei predicatori fondato da San Domenico. È uno
stand che in questi anni è diventato un vero e proprio punto di riferimento per
tante persone che affollano i locali della fiera perché offre ogni giorno
diverse possibilità d’incontro: alle 12.45 un momento di preghiera e di
testimonianza; alle 16 un incontro di teologia o spiritualità con uno dei padri
domenicani; alle 18 un incontro
sull’attualità, bioetica e famiglia soprattutto, temi di cui è esperto padre
Giorgio Maria Carbone, direttore della casa editrice bolognese nonché
collaboratore deLa Nuova BQ.
E ogni sera infatti padre Carbone si fa affiancare da amici – giornalisti, medici, scienziati – per affrontare questi temi. O perlomeno li affrontava. Quest’anno infatti, il tema ricorrente alle 18 era il gender, tema a cui padre Carbone ha dedicato anche un agile libro, di cui abbiamo già parlato anche su La Nuova BQ, e che spiega in modo semplice ma rigoroso origine, sviluppo ed obiettivi dell’ideologia gender.
E ogni sera infatti padre Carbone si fa affiancare da amici – giornalisti, medici, scienziati – per affrontare questi temi. O perlomeno li affrontava. Quest’anno infatti, il tema ricorrente alle 18 era il gender, tema a cui padre Carbone ha dedicato anche un agile libro, di cui abbiamo già parlato anche su La Nuova BQ, e che spiega in modo semplice ma rigoroso origine, sviluppo ed obiettivi dell’ideologia gender.
LE MENZOGNE DI REPUBBLICA
Nelle prime due sere di Meeting, giovedì e venerdì, è stato il sottoscritto a tenere compagnia al padre domenicano, ma la crescente popolarità di questi incontri – almeno un centinaio di persone a sera - deve aver attirato la curiosità di qualcuno. Così all’incontro di sabato, che al fianco di padre Carbone vedeva il dottor Renzo Puccetti (altro collaboratore della Nuova BQ), si sono presentati in modo fraudolento due giornalisti diRepubblica, Francesco Gilioli e Giulia Costetti, che spacciandosi per un service ad uso del Meeting hanno filmato l’intero incontro, ovviamente alla caccia di una qualche frase che potesse “incriminare” i relatori.
Così di lì a poco sul sito di Repubblica è apparso un breve servizio con un video del discorso di padre Carbone, titolato: «Meeting Rimini, "Le coppie omosessuali più esposte a malattie cardiovascolari e suicidio"», con un testo che spiega che si tratta di «una singolare teoria di padre Giorgio Carbone» (affermazione ripetuta su Repubblica di ieri). Doppia menzogna: primo, perché si fa credere che si tratti di una posizione del Meeting di Rimini o di uno dei relatori invitati al Meeting, mentre si tratta semplicemente di un evento all’interno di uno stand ospitato che con il programma ufficiale non c’entra nulla; secondo, perché quella enunciata non è una teoria – men che meno singolare – di padre Carbone, bensì il risultato di uno studio approfondito sulla popolazione danese svolto da due ricercatori – M. Frisch e J. Simonsen – e pubblicato nel 2013 nell’International Journal of Epidemiology. Si chiama “Matrimonio, coabitazione e mortalità in Danimarca: studio nazionale su 6,5 milioni di persone seguite per tre decenni (1982-2011)”. Lo studio è citato a pagina 65 del libro “Gender – L’anello mancante?”, appunto scritto da padre Carbone, il quale si sforza con questo di spiegare che bisogna partire dalla realtà, dai dati veri, e non dall’ideologia.
GIORNALISTI SENZA
DEONTOLOGIA
Ad
ogni modo è bastato il titolo ad effetto di Repubblica – tanti giornalisti
purtroppo non si preoccupano neanche di leggere quel che c’è scritto negli
articoli che vengono citati – per far rimbalzare ovunque la notizia di un prete
al meeting che dice cose terribili sui gay. Non contenti, i due giornalisti –
che in un paese serio sarebbero sanzionati per violazione della deontologia professionale – hanno approfittato
della presenza in fiera per giocare un brutto scherzo anche ai volontari del
Meeting. Si sono portati due dei libriccini per bambini di scuola materna di
cui il neo-sindaco di Venezia Brugnaro ha vietato la diffusione nelle scuole
comunali, e – senza spiegare nulla – ne hanno fatto leggere qualche pagina a
volontari del Meeting pescati qua e là nella fiera. I quali, non sapendo
neanche il motivo di quella richiesta, nelle poche battute lette non hanno
trovato nulla di strano. Ed ecco perciò un secondo video, pubblicato sul sito
di Repubblica insieme
a quello di padre Carbone, che spiega come «I ciellini leggono i libri
“gender” ritirati dalle scuole: “Ma non c’è nulla di scandaloso”».
L’effetto voluto è chiaro,
e anche la figura barbina assicurata a ospiti e volontari del Meeting.
Avendo presente anche il
fresco esempio del Papa, ci si sarebbe potuto
aspettare che la direzione del Meeting prendesse almeno i due giornalisti
mattacchioni di Repubblica e ritirasse loro l’accredito, viste le
evidenti violazioni del codice deontologico. Si possono esprimere tutte le opinioni che si vogliono ma quando si
scrivono falsità e si ingannano gli interlocutori, invocare la libertà di
stampa è un insulto alla nostra professione. Del resto se il fondatore di
quel giornale ammette candidamente di inventarsi i contenuti delle
conversazioni con il Papa che pubblica, non ci si può aspettare molto di meglio
da chi lavora per lui. E infatti, non paghi, Gilioli e Costetti ieri pomeriggio
si sono presentati all’incontro delle 16 e malgrado padre Carbone abbia
diffidato pubblicamente dal registrare l’incontro, minacciando azioni legali, i
due hanno proseguito imperterriti, infischiandosene di ogni regola e contando
evidentemente sull’impunità.
LA
CENSURA DEL MEETING: SCONCERTO E DELUSIONE
Dunque,
un duro richiamo a rispettare fatti e persone ci si aspettava dalla direzione del Meeting. Che invece ha
preferito prendersela con padre Carbone,
invitandolo gentilmente a sospendere gli incontri sul gender per non prestarsi
a ulteriori strumentalizzazioni. Ecco calare così la censura su argomenti
che pure il popolo del Meeting dimostra di voler conoscere meglio. Non per
niente ieri sera alle 18, dopo l’annuncio della cancellazione dell’incontro che
prevedeva anche l’intervento delle giornaliste Benedetta Frigerio (Tempi) e
Raffaella Frullone (Radio InBlu), le tante persone presenti hanno continuato a
restare sul posto proprio per approfondire il tema del gender.
Già questo atteggiamento
del Meeting basterebbe per lasciare sconcertati, anche se padre Carbone ha giustamente detto dal microfono che
quanto accaduto è in qualche modo già previsto nel suo libro.
Leggiamo infatti a pagina 139: «Come ogni
teoria che non ha alcuna aderenza alla realtà, anche le teorie del gender si
stanno imponendo come ideologia e dittatura. Se non sei in linea con la
prospettiva di genere e il pensiero gender, il minimo che tu possa ricevere è
sentirti dire che sei un reazionario e arretrato fondamentalista, un troglodito
rozzo e bigotto. In questo modo i dittatori del gender rendono impossibile
qualsiasi possibilità di dialogo e confronto. Limitano la libertà di pensiero e
di espressione, ad esempio introducendo nuovi reati di pensiero, come
l’omofobia e la transfobia (…) e discriminano chi non si adegua a questa nuova
visione dell’uomo». La novità è che questo accada anche al Meeting di
Rimini, la prova che gli spazi di libertà si stanno inesorabilmente
restringendo.
SE SI RESTRINGONO GLI SPAZI DI LIBERTA’ ANCHE AL MEETING …..
Dicevo che già questo
basterebbe per lasciare sconcertati. Ma purtroppo c’è anche di più. Ieri sera infatti è stata ancora
una volta Repubblica – con evidente soddisfazione - a dare
ufficialmente la notizia della sospensione degli incontri allo stand delle
Edizioni Studio Domenicano, con queste parole: «Giù la saracinesca, fine dei
dibattiti. Non è piaciuta alla direzione del meeting di Rimini l'intraprendenza
di padre Giorgio Carbone. Gli incontri
nello stand dei domenicani, tutti dedicati alla cosiddetta "teoria
gender", sono, per il momento, sospesi. E non è detto che la
discussione riprenda.
Giustificazione
ufficiale: "Evitare la sovrapposizione di dibattiti ed eventi nel già
ricco programma della manifestazione". In realtà il meeting scarica il
religioso protagonista degli ultimi due giorni della rassegna. Prima per aver
dichiarato, davanti alle telecamere, che "le coppie omosessuali sono più
esposte al rischio di malattie cardiovascolari e al suicidio", poi per
aver cacciato quelle stesse telecamere, sotto minaccia di azioni legali».
Un’altra ricostruzione
falsa di quanto accaduto in questi due giorni, ma la versione diRepubblica secondo
cui il Meeting tratta come un fastidio insopportabile un frate domenicano,
rischia di passare come la versione ufficiale dei fatti visto che – almeno fino
a tarda sera - non c’erano comunicati ufficiali sul sito del Meeting da parte
della direzione. E peraltro Repubblica non sembra accontentarsi. In coda al
servizio, dopo aver registrato con soddisfazione lo stop agli incontri, Giulia
Costetti fa infatti notare che «sospesi
i dibattiti e silenziati i microfoni, restano i libri, dai titoli
inequivocabili. "Gender distruzione", "I veleni della
contraccezione", Pillole che uccidono"». Insomma Repubblica vuole che siano fatti sparire anche i
libri. Sarà accontentata anche in questo per evitare contrapposizioni?
DA
LA NUOVA BQ
RICCARDO
CASCIOLI
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