"SOLO UNO CHE NON E' PURO
HA PAURA A CHIAMARE LE COSE CON IL LORO NOME"
(Padre Turoldo)
“Non c’è alcun pericolo rispetto alla nostra identità di
fede. L’Islam non vuole cancellare le radici cristiane in Occidente”. Così diceva
alla Stampa il Vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero.
Poche ore dopo la sua rassicurazione dal suo buen retiro
siculo, dove le case dei cristiani non sono marcate con la “N” di Nazareno, i
tagliagole islamici hanno raso al suolo il monastero di Mar Ellian, costruito
nel 500 d.C., disperso le ossa del Santo e sequestrato un centinaio di cristiani,
uomini e donne, la cui sorte è drammatica. Sant’Elian poi era un giovane medico originario di Homs (Siria)
ucciso nel 284 per il rifiuto di rinunciare alla fede cristiana.
Mentre dal vicino oriente i cristiani e i vescovi locali
supplicano l’occidente di muoversi, da noi troppe anime belle filosofeggiano
foderando orecchie e croci pettorali, negando pulizie etniche e religiose e
sostenendo l’insostenibile mantra del dialogo a tutti i costi e dell’islam
buono.
Un altro bel filosofo, come il Vescovo di Vittorio Veneto, trova il
tempo di vietare agli Alpini la loro sacrosanta preghiera, iscrivendosi al
registro di quei pacifisti sempre pronti a chinare il capo anche quando la
guerra è legittima, facendo comprendere che oggi le nostre libertà (religiosa
soprattutto) ci interessano meno della pace, a qualsiasi prezzo possa essere
imposta.
Questi Vescovi collaborano attivamente ad un progetto che
sta distruggendo i valori spirituali e culturali dell’Europa, e della cultura
cristiana che l’ha generata.
I cristiani d’oriente sono il capro espiatorio
della nostra debolezza di oggi, ma il loro destino nel lungo periodo è anche il
nostro.
Non chiediamoci allora per ci suona la campana del monastero
di Mar Ellian, perché suona per noi.
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