Ce lo spiega il
libro di un gesuita spagnolo, padre José-Ramon Busto Saiz sj, Rettore (alla data della pubblicazione)
dell’Università Pontificia (Comillas) di Madrid, docente di esegesi e teologia.
30 novembre 2018
Lettera di Ettore Gotti Tedeschi
a Marco Tosatti, giornalista
Università Comillas di Madrid |
“Caro Tosatti, vorrei contribuire a
comprendere il mistero, che sempre più si infittisce, su cosa sta accadendo
nella Chiesa, ma lo vorrei fare citando come base e punto di partenza il
pensiero di un illustre teologo della Chiesa, che ha scritto un libro su questo
argomento, la cristologia. Detto libro “illuminante”, che ha ottenuto l’
“approvazione ecclesiastica” ha come titolo:
“Cristologia per iniziare” – Ed.AdP, 2006. L’autore è un notissimo gesuita
spagnolo: padre José-Ramon Busto Saiz
sj, Rettore (alla data della pubblicazione) dell’Università Pontificia
(Comillas) di Madrid, docente di esegesi e teologia. Leggendolo mi è venuto
naturale dire a me stesso: “Ah! ecco! Ora si capisce…”. Vediamo se capita anche
a lei, Tosatti. Nella presentazione si annuncia che il libro è una ; poi si
spiega che il testo serve a iniziarsi al mistero di Gesù Cristo dopo l’esegesi
storico-critica e la riscoperta della sua umanità da parte della teologia nella
seconda metà del XX secolo.
Quindi si introduce Walter Kasper e la sua opera , che è (definita) chiave di tutta la teologia. L’autore prosegue
spiegando che cosa è cambiato nella cristologia con il Vaticano II, che ci ha
resi un po’ più “adulti“. E per farlo riporta i suggerimenti di Karl Rahner
riferiti al rischio passato di inconsapevole
eresia; che consisteva nel fatto che per considerare Gesù vero Dio, si lasciava
troppo in secondo piano il fatto che egli è vero uomo ed ha avuto una
storia umana che deve esser investigata storicamente. Dagli anni sessanta
finalmente si comprende che per credere in Dio è necessario che Dio sia
credibile. (Perbacco! mi son detto, vuoi
vedere che Padre Sosa ha regione?). Perciò non come i Vangeli ce lo hanno
trasmesso, Gesù Cristo, perché i Vangeli
non sono opere storiche, danno testimonianze sospette, gli autori presunti
(a parte forse uno) non sono testimoni oculari di quanto riferiscono, si
contraddicono, non citano le fonti, probabilmente erano influenzati dai
destinatari del loro lavoro che così volevano fosse interpretata la storia di
Gesù, per aiutare la fede. I Vangeli vanno perciò letti criticamente.
Il libro cita una sola volta Maria
riferendo che la concezione e la nascita verginale di Gesù appartengono alla
fede della Chiesa. Noi confessiamo nel Credo che Gesù nacque da Maria Vergine,
ma questo mistero non si deduce dalla ricerca storica; infatti non è accessibile
che alla fede. Gesù predicò il Regno di Dio, senza mai descriverlo, e spiegò
che questo regno giunge gratuitamente per tutti, indipendentemente
dalle nostre azioni. Ciò significa che il regno di Dio è offerto gratuitamente
a tutti senza bisogno di meritarlo perché Dio ci ama indipendentemente da ciò
che facciamo. Se dovessimo meritare l’amore di Dio, allora Gesù sarebbe
probabilmente un falso profeta? (si chiede l’autore).
Comunque i primi destinatari
dell’amor di Dio sono i poveri (materiali) poiché, lascia intendere l’autore, si intuisce che l’inequità nella
distribuzione dei beni è l’origine di tutti i mali (non il peccato originale,
ignorato completamente). Perciò tutti sono figli di Dio (poveri, emarginati,
peccatori),ma gli eletti sono i poveri materiali visto che il maggior peccato
(inequità) è stato compiuto contro di loro.
La preghiera del Padre Nostro poi non è uscita dalle
labbra di Gesù esattamente così come la recitiamo, diciamo che è stata adattata
dalle comunità primitive per esprimere la concezione di Gesù e dei suoi
seguaci. Il nostro autore ispirato sottolinea che in questa preghiera Gesù
auspica una vita dedicata alla produzione e alla ripartizione equa dei beni di
questo mondo, naturalmente in relazione con la Creazione, profumata di
ambientalismo. La relazione con Dio avviene infatti attraverso l’ambiente che
ci circonda, cose, animali, persone, perché la Creazione è il corpo di Cristo e
pertanto ogni volta che si violenta la Creazione si violenta il Corpo di
Cristo, pertanto si fa del male a Dio. E qui l’autore insegna a trasformare gli
stessi Vangeli (nonostante ne abbia messo in dubbio la veridicità) per
affermare ciò che vuole. Dice che la frase “Dacci oggi il nostro pane
quotidiano” non è presente in nessun evangelista. Secondo lui Matteo dice
“dacci oggi il nostro pane di domani “ e Luca dice “il pane di domani daccelo
ogni giorno”. Forse io ho un Vangelo errato, ma Matteo 6,9-13 e Luca 11,3
dicono invece quello che io recito nel Padre Nostro.
Parlando dell’Eucarestia spiega che
per i cristiani è la ripetizione dell’ultima cena di Gesù. Molto intrigante la
spiegazione che vien data sul perché i Giudei decidono di uccidere Gesù: perché
ha cacciato i mercanti dal tempio mettendo così in discussione il sistema
sociale giudaico. Di fatto perciò Caifa fece il suo dovere a farlo condannare.
Gesù la morte se l’è cercata proprio. Magari in complicità con Giuda stesso?
Che pertanto va riabilitato…
Il fatto più importante della nostra
fede, la Resurrezione, in sintesi, viene trattata come professione di fede
legata ad esperienze mistiche. Chi fa risorgere l’uomo è Dio e dicendo che Gesù
è risorto, stiamo dicendo che Dio è risuscitatore di morti. Sulla Resurrezione non ci sono prove e i
testimoni sono inattendibili, persino probabili mentitori, nulla concorda di
quel che asseriscono. Gesù è riconosciuto dopo la morte con gli occhi della
fede. Ma se la Resurrezione non è provata i Sacramenti non sono divini, sono
stati stabiliti da un uomo, perfetto magari, peccatore magari (in quanto uomo,
potrebbe non esserlo? si domanda l’autore).
padre José-Ramon Busto Saiz sj |
Alla fine quale è stata l’opera di Gesù? Amare incondizionatamente, come Dio Padre. E la storia è
fatta della corrispondenza di questo amore. Ma, ricorda il nostro autore, la
famosa spiegazione di Sant’Anselmo sulla necessità della incarnazione di Dio
per la logica della Redenzione non sta più tanto in piedi, perché è
inaccettabile che Dio esiga la morte di un innocente. Questa spiegazione va
perciò cambiata spiegando che la
salvezza è già ottenuta, non dobbiamo meritare proprio nulla. Dio non è
meritocratico! Perbacco. Ma allora, ci si domanda, Gesù è Salvatore di chi? E ci ha
salvati da che? Ma perché dovevamo esser salvati?
Caro Tosatti, si direbbe che prima
del Vaticano II Dio si era incarnato, era stato crocefisso per prendersi le
colpe del peccato originale, era risorto e ci insegnava che per risorgere anche
noi dobbiamo volerlo e meritarlo.
Dopo il Vaticano II la nostra
salvezza sembra potersi ottenere solo riproducendo Gesù in noi, Gesù che ha già
salvato tutto e tutti, ci ha già riconciliato, ci ha già fatto perdonare. Dio
ci ha già donato la salvezza, non dobbiamo più meritare nulla. Per i cristiani
non ci sono i 10 comandamenti che appartengono all’Antico Testamento.
Ho voluto sintetizzare, male certamente, perché non sono un teologo. Tutto
ciò serviva a spiegare che cosa può esser insegnato in un seminario o in
un’Università Pontificia. Nel libro mai si parla di peccato originale, di
satana, del male, dell’inferno, della gnosi, mai in tutto il libro. Forse perché
non devono più esistere?
ETTORE GOTTI TEDESCHI
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