Il caravanserragglio
dei giornali di sinistra contro il professor Blangiardo
Emanuele Boffi 30 Tempi novembre 2018
La
nomina alla presidenza dell’Istat del bravo professore è contestata perché è
«cattolico, pro life, leghista e vicino a Cl». Mavaffanbagno, dai
Gian Carlo Blangiardo è colpevole di avere delle idee.
Delle idee “sbagliate”, par di capire. Repubblica e
tutto il caravanserraglio dei giornali di sinistra sta montando la panna sulla
sua nomina a presidente dell’Istat, fortemente contestata dalla Cgil: «È a
rischio l’indipendenza e l’imparzialità della statistica ufficiale».
Addirittura, e perché mai?
LA COLPA DI
BLANGIARDO
Attenzione,
la “colpa” di Blangiardo non è di non avere un curriculum adatto a ricoprire
quel ruolo. Da questo punto di vista, il nostro professore ordinario di
demografia dell’Università di Milano Bicocca ha tutti i titoli per sedere sulla
poltrona più importante dell’ente. No,
la colpa di Blangiardo è di essere «cattolico, leghista, vicino a Comunione e
liberazione» (che poi, che diavolo vorrà mai dire questa frase lo sa Dio),
addirittura di «scrivere editoriali su Avvenire». Su Avvenire,
capito? Manco fosse un black bloc sfasciavetrine, un affiliato di Al Qaeda, un
brigatista rosso. È intervenuto spesso anche su Tempi, sapete?
Arrestatelo subito, mettetelo ai ceppi!
Questo è razzismo. Razzismo cristallino di chi crede che lo Stato sia roba sua e, dunque, fuori i barbari da casa nostra. Mavaffanbagno, dai. Non è casa vostra, amici di Repubblica e della Cgil.
Questo è razzismo. Razzismo cristallino di chi crede che lo Stato sia roba sua e, dunque, fuori i barbari da casa nostra. Mavaffanbagno, dai. Non è casa vostra, amici di Repubblica e della Cgil.
MICA È
BOERI
A
leggere i comunicati del sindacato rosso e le parole dei giornali c’è da
trasecolare. Blangiardo non va bene perché è denigratoriamente definito un pro life. È contro
l’aborto, fa parte di Scienza e vita, partecipa a convegni e iniziative politiche
e culturali a cui lo invitano. Tutto questo è una “colpa”, secondo loro. Invece
se Tito Boeri – che è dei “loro” – usa la sua carica di presidente dell’Inps
per prepararsi un futuro politico, allora no, tutto ok, tutto legittimo, lui lo
può fare. Mavaffanbagno, dai.
LUI È IL
MALE, LORO IL BENE
Chiunque
abbia un minimo di onestà intellettuale, chiunque abbia partecipato mai a un convegno in cui parlava come relatore, sa che
Blangiardo è uomo di una pacatezza e preparazione straordinaria. È uno
studioso, parte dai numeri e ne offre delle interpretazioni. Quando spiega
perché non ama provvedimenti come lo Ius soli, si preoccupa anche di fornire
dei dati e un’interpretazione. Ha delle convinzioni e non le nasconde? Ma
vivaiddio che lo faccia, non è mica un ruffiano. La cosa importante, però, è
che le suffraga con delle motivazioni. Perché sulle motivazioni i suoi
avversari tacciono? Perché sulla sua preparazione non hanno niente da dire?
Perché il loro è razzismo, appunto. La colpa di Blangiardo è di essere
Blangiardo. Non ha fatto niente di male, lui è il male perché loro sono “il
bene”. Mavaffanbagno, dai.
FASCISTI
ROSSI
Ci rompono
le balle un giorno sì e l’altro pure col “pericolo fascismo”, il “ritorno dei
rigurgiti populisti”, i “movimenti medioevali al potere” e poi perdono la
trebisonda davanti a una semplice nomina di un professore con tutte le
stellette a posto per ricoprire quel ruolo.
I fascisti sono loro, fascisti rossi, la peggior specie di fascismo che esista
su questa terra. Mavaffanbagno, dai.
Foto Ansa
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